Milano, 22 nov. (askanews) – Dopo la presentazione del catalogo “Wine Is 2025”, Elemento Indigeno, progetto enoico di Compagnia dei Caraibi, arricchisce la propria collezione con due nuovi produttori che ne incarnano la filosofia: il vino come storia, come legame profondo con la terra, come gesto culturale. La Cantina trevigiana Massimo Coletti e la piacentina Vecchio Consorzio 1953.
Tra le alture calcaree di Osigo, i suoli morenici di Colle Umberto e quelli alluvionali di San Fior, Massimo Coletti coltiva 4,5 ettari suddivisi in otto parcelle distinte, ciascuna con la propria voce e identità. Con il motto “Meno chimica, più zappa”, il produttore vendemmia a mano, e lavora la vigna senza diserbanti né prodotti di sintesi, tra siepi, frutteti e piante spontanee. In cantina, ogni parcella viene vinificata e imbottigliata separatamente, per esprimere al meglio le sfumature del suolo. La sua firma si esprime attraverso il “Phoja Prosecco DOC Treviso” e “Mi, Ti et Mes Amis”, “L’Osigo Brut Nature Pas Dégorgé” e “L’Osigo IGT Boschera Colli Trevigiani”, interpretazioni autentiche di una rifermentazione spontanea in bottiglia secondo il tradizionale metodo Vin Colfondo.
Tra le colline della Val d’Arda, Massimiliano Croci e Pietro Gazzola hanno dato vita ad un progetto di rigenerazione di un ex consorzio agrario degli anni ’50, per ridare vita a un territorio dove la viticoltura rischiava di scomparire. A partire dalla vendemmia 2022, la Cantina piacentina “acquista uve coltivate esclusivamente con metodo biologico, garantendo un prezzo equo ai contadini locali”. I vini prodotti – rifermentati, macerati, fermi – rivelano così la biodiversità dei Colli Piacentini con uno stile artigianale e identitario. Le etichette a catalogo descrivono un territorio vivo e polifonico: dai bianchi frizzanti rifermentati come “Verderame”, ai macerati “Stringimi Forte” e “Potenza Arancione”, ai rosati “Era la Notte” e “Ciao Truccato”, fino ai rossi come “Filo da Torcere”.
Con l’ingresso di queste due realtà Elemento Indigeno prosegue il proprio viaggio alla scoperta di produttori indipendenti: un catalogo che continua a crescere, “mantenendo saldo il principio per cui il vino non è solo un prodotto, è un racconto di chi lo fa, di dove nasce e di come evolve nel tempo”.

