Milano, 14 set. (askanews) – “Nel contesto attuale, dove il cambiamento climatico impone sfide crescenti in termini di siccità, ondate di calore e fitopatie, l’agritech si conferma come risposta strategica per il settore vitivinicolo, sia per la gestione della vigna, sia per la garanzia di un vino di qualità”. A dirlo è Roberto Mancini, Ad di Diagram Group, azienda italiana nata nel 2024 dalla trasformazione del gruppo IBF Servizi Spa e dalle acquisizioni di Agronica Srl, Abaco Spa, Agriconsulting Spa e Netsens Srl, che opera oggi a livello internazionale con 100 mln di euro di fatturato e 50 mln di ettari di terreno monitorato.
Secondo Mancini “le soluzioni principali includono software di gestione agronomica e supply chain, che garantiscono tracciabilità ed efficienza dalla vigna alla tavola”. Tecnologie satellitari, sensoristica e intelligenza artificiale completano il quadro, con strumenti integrati per il monitoraggio vegetativo, l’ottimizzazione irrigua e le analisi predittive.
Il 35% delle soluzioni tecnologiche disponibili per l’agricoltura è legato alla fase di raccolta, con una quota significativa destinata al settore vitivinicolo (17%). Sensori per il controllo idrico e termico, sistemi predittivi per la gestione delle malattie e piattaforme di tracciabilità della filiera rendono la vendemmia più precisa e sostenibile. Oggi circa il 31% delle imprese agricole giovanili applica tecniche di agricoltura di precisione.
“Oggi – evidenzia Mancini – i viticoltori possono monitorare in tempo reale idratazione, zuccheri e fitopatie grazie a piattaforme cloud e sistemi predittivi basati su intelligenza artificiale, intervenendo in modo mirato e riducendo sprechi” . Secondo Diagram Group, l’adozione di queste soluzioni consente di risparmiare fino al 60% di acqua e ridurre l’uso di fertilizzanti chimici fino al 40%.
“L’agritech non è più un’opzione, ma una condizione necessaria per garantire la qualità delle uve, la sostenibilità delle aziende e la resilienza dei vigneti” prosegue il manager, concludendo che “l’obiettivo è duplice: migliorare l’efficienza produttiva e salvaguardare le caratteristiche e la sanità delle uve, contribuendo alla valorizzazione delle produzioni autoctone e delle IG che rendono unico il vino italiano”.
In Italia, secondo l’Osservatorio Smart Agrifood, il 64% delle aziende agricole utilizza almeno una soluzione di agricoltura 4.0. Le tecnologie più diffuse sono i software di gestione aziendale (40%), i sistemi di monitoraggio e controllo di macchinari (23%), la mappatura digitale di coltivazioni e terreni (19%) e i sistemi di supporto alle decisioni (12%). Solo l’8% delle imprese può però essere definito “digitalmente maturo”, segno che la transizione resta in corso e che permangono ostacoli, in particolare per le realtà di dimensioni minori.
Diagram Group ricorda che il mercato italiano dell’agritech ha conosciuto un’espansione rapida: dai 100 milioni di euro del 2017 è passato a 2,5 miliardi nel 2024, con una crescita del 1.500%. La dinamica è sostenuta da investimenti in software, analisi predittiva e startup, soprattutto nei settori dell’IA e del machine learning, e da una crescente consapevolezza del valore dei dati agricoli.

