Milano, 3 set. (askanews) – La vendemmia 2025 è entrata nel vivo nei vigneti di Masi Agricola, con raccolte iniziate già da metà agosto in Trentino, Friuli e Oltrepò Pavese e ora avviate anche nelle proprietà della Valpolicella Classica e della Toscana. Le prime valutazioni parlano di un’annata complessa sul piano climatico ma promettente sul fronte qualitativo, con uve sane e maturazioni regolari soprattutto nei vigneti collinari e storicamente più vocati.
Le analisi del Gruppo Tecnico Masi segnalano un andamento meteorologico variegato. Dopo un mese di giugno segnato da alte temperature, con picchi oltre i 37 gradi, luglio ha visto temporali intensi e grandinate localizzate nel Nord Est. Nonostante le criticità, gli effetti sulla qualità complessiva delle uve sono stati contenuti grazie ad una gestione agronomica attenta. Il calendario vendemmiale mostra un leggero ritardo rispetto al 2024 ma in linea con le annate della decade. La produzione appare stabile e con prospettive positive sia in termini quantitativi sia qualitativi.
In Valpolicella Classica l’attenzione è ora rivolta alla raccolta dei vigneti di bassa collina, cui seguiranno i cru di alta collina. Da queste uve si attende un ruolo decisivo nel processo di appassimento, passaggio fondamentale per la nascita degli Amaroni di carattere che costituiscono la tradizione del territorio. Segnali positivi arrivano anche dalle vigne di Canevel a Valdobbiadene, dove l’equilibrio tra zuccheri e acidità promette spumanti di eleganza. In Oltrepò Pavese le prime raccolte di Pinot Nero confermano parametri ottimali per le basi Metodo Classico, mentre in Val d’Orcia la vendemmia del vermentino è partita con risultati incoraggianti.
“Anche nel 2025 registriamo anomalie da cambiamento climatico: condizioni sempre più imprevedibili che mettono alla prova i vigneti, anche se per fortuna quest’anno mediamente non hanno inciso negativamente nei nostri areali. Ma è proprio in queste situazioni che i territori storici, come la Valpolicella Classica, dimostrano tutto il loro valore, grazie alla sinergia tra suolo, vitigni autoctoni e pratiche tradizionali” racconta il presidente Sandro Boscaini, spiegando che “oggi, però, la sfida non riguarda più soltanto l’aspetto agronomico. Il mercato rimane fragile e selettivo a causa di incertezze geopolitiche, dazi penalizzanti, normative restrittive e politiche sul consumo di alcol che rischiano di compromettere il valore culturale ed economico del vino. In questo contesto complesso, disporre di un prodotto eccellente non è più sufficiente. Occorre trasformare questa eccellenza in valore concreto – chiosa – attraverso una visione strategica chiara, una coesione forte tra produttori e una comunicazione efficace che sappia raccontare e difendere il patrimonio unico del nostro vino. Solo così potremo superare le sfide attuali e garantire un futuro sostenibile al settore”.
La situazione nelle diverse aree viticole conferma l’andamento eterogeneo della stagione. In Valpolicella, i vigneti del Campofiorin, di Serego Alighieri a Gargagnago e del Vaio Armaron sono pronti alla raccolta nei primi giorni di settembre. Successivamente sarà la volta dei vigneti di più alta collina, come Costasera e i cru degli Amaroni Mazzano, Campolongo di Torbe e Vaio dei Masi. Terminata la vendemmia, inizierà la fase di appassimento, momento decisivo per ottenere vini di lunga durata e struttura. Nella zona del lago di Garda, alla Tenuta Canova di Lazise, la maturazione delle uve Corvina, Rondinella e Corvinone prosegue regolare nonostante le difficoltà di giugno e una grandinata a luglio. Il picco di maturità è atteso per l’8 settembre. A Soave, dopo una grandinata ad agosto, i danni sono stati contenuti e la raccolta manuale delle uve per il Soave Classico Levarie e il vigneto biologico Colbaraca è prevista a fine settembre.
Nel Lugana la produzione si annuncia in linea con la media storica e con uve di qualità eccellente, anche grazie alla gestione biologica dei vigneti del Lunatio. In Valdobbiadene, le uve della Tenuta Canevel mostrano parametri ottimali e la vendemmia inizierà entro la prima decade di settembre con le basi destinate alla Docg Metodo Setàge, proseguendo con i cru Terre del Faé e Campofalco. In Trentino, alla Tenuta Conti Bossi Fedrigotti di Rovereto, le prime raccolte a metà agosto hanno riguardato le basi spumante Trento Doc Conte Federico, seguite dal Pinot Grigio Pian del Griso e dallo Chardonnay Vign’Asmara. Nei prossimi giorni sarà la volta delle varietà rosse Teroldego e Marzemino, destinate ai vini Fojaneghe e Mas’Est.
In Friuli Venezia Giulia, a Castion di Strada, le grandinate di inizio agosto non hanno compromesso la qualità complessiva. La raccolta è iniziata il 19 agosto con il Pinot Grigio destinato al Masianco e proseguirà nei primi giorni di settembre con le altre varietà. Le uve presentano parametri equilibrati e un buon accumulo zuccherino e fenolico. In Oltrepò Pavese, la vendemmia del Pinot Nero è cominciata il 16 agosto nella Tenuta Casa Re. Le uve per il Pinot Nero Metodo Classico Oltrepò Pavese Docg mostrano dati in linea con gli standard richiesti e prospettano un’annata di rilievo. In Toscana, nella Val d’Orcia, i Poderi del Bello Ovile Serego Alighieri hanno già visto la raccolta del Vermentino, mentre il Sangiovese, il Canaiolo e il Ciliegiolo verranno vendemmiati a inizio settembre. La gestione biologica dei vigneti ha garantito una stagione considerata eccellente.
Accanto al lavoro nei campi, Masi propone un appuntamento dedicato al pubblico. Il 19 settembre la Tenuta Canova di Lazise ospiterà la “Festa della Vendemmia 2025”, esperienza che prevede la raccolta assieme agli agronomi e agli enologi, la visita al fruttaio per l’appassimento e alle cantine, oltre al Masi Wine Discovery Museum. La giornata si concluderà con una cena degustazione che vedrà protagonisti vini e piatti abbinati.

