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Vino, Michele Chiarlo: 2021 annata da ricordare, rinuncio ai cru 2024

Vino, Michele Chiarlo: 2021 annata da ricordare, rinuncio ai cru 2024

“Una scelta di coerenza e rispetto per territorio e consumatori”

Milano, 6 ott. (askanews) – Per la famiglia Chiarlo la vendemmia 2021 rappresenta una delle migliori annate di sempre per il Barolo. Diversa invece la prospettiva per la 2024: Stefano Chiarlo, enologo e responsabile dei vigneti della Cantina Michele Chiarlo di Calamandrana (Asti), ha annunciato che in questo millesimo i cru non saranno imbottigliati: le uve confluiranno interamente nel “Barolo Tortoniano”, in linea con la filosofia di qualità che guida l’azienda.

“Definirei la 2021 la grande annata per eccellenza, ha rari tratti che mi ricordano la 1990 e la 2001” dichiara Stefano Chiarlo, spiegando che “settembre e inizio ottobre sono stati decisivi, con giornate asciutte e luminose e forti escursioni termiche tra giorno e notte, condizioni ideali per la maturazione lenta dei tannini e dei polifenoli. Il Nebbiolo ha potuto sviluppare complessità e tannini setosi, elementi fondamentali per un Barolo di grande longevità.” L’annata è stata caratterizzata da un equilibrio raro in natura: “Le immagini della vendemmia sembravano dipinti – evidenzia il winemaker 56enne – con la perfetta proporzione tra dimensione e colore degli acini, e il viraggio delle foglie. È stato un capolavoro di equilibrio.”

I Barolo 2021, attualmente in fase di affinamento, mostrano già intensità e armonia. “È la terza annata consecutiva a cinque stelle: dopo la 2019, più speziata e austera, e la 2020, dai tannini morbidi e rotondi, la 2021 è la più completa. I vini sono profondi, ricchi, con trama di tannini fitti e setosi. Si possono apprezzare presto ma regaleranno emozioni nel tempo” aggiunge Chiarlo.

Le annate successive hanno invece riservato condizioni diverse. “La 2022 è stata più asciutta e povera in quantità: i Barolo risultano pronti all’olfatto ma meno complessi al gusto, setosi e meno longevi. La 2023 è stata equilibrata, mentre la 2024, più fresca e piovosa, ha richiesto diradamenti frequenti e raccolte molto precise” prosegue l’enologo, rimarcando che “i vini sono eleganti e floreali, ma con minore struttura”. Alla luce di queste condizioni, l’azienda ha deciso di non produrre i cru del 2024. “Li inseriremo nel Barolo Tortoniano, che sarà comunque un vino di grande qualità. È una scelta difficile ma coerente con la nostra filosofia: se il carattere dell’annata non ci convince pienamente, preferiamo non imbottigliare i cru” afferma Chiarlo.

Una decisione che la famiglia ha già adottato solo cinque volte negli ultimi trent’anni: nel 1992, 1994, 2002, 2008 e 2014. “Non è solo una scelta enologica ma un atto di rispetto verso il territorio, le menzioni geografiche aggiuntive e i consumatori. Vogliamo mantenere una linea coerente nel tempo, tutelando lo stile Chiarlo, che si fonda su eleganza, equilibrio e riconoscibilità della varietà e del terroir” conclude il produttore.

La Cantina Michele Chiarlo nasce nel 1956 e oggi è guidata dai figli di Michele (scomparso nel 2023 a 88 anni), Alberto e Stefano, che ne condividono la direzione commerciale ed enologica. L’azienda è tra le realtà di riferimento del Piemonte vitivinicolo, con una produzione su circa 50 ettari di proprietà, che abbraccia Barolo, Barbera d’Asti e Gavi, oltre ai Cru storici della Langa. L’approccio in vigna e in cantina mette al centro l’identità varietale e la trasparenza del vino, con l’obiettivo di preservare lo stile elegante e coerente che caratterizza la storia della famiglia da quasi settant’anni.