Milano, 2 dic. (askanews) – A Roma “Sparkle 2026” ha presentato Sparkle.wine, la piattaforma digitale in lingua inglese che raccoglie le 150 etichette più rappresentative della guida ai migliori vini spumanti secchi italiani, segnando “un passaggio strategico verso un pubblico globale”. Il portale, pensato per agevolare la ricerca di territori, produttori e Denominazioni della spumantistica nazionale, amplia la diffusione del progetto editoriale curato da Cucina e Vini con un’interfaccia dedicata a professionisti e appassionati.
La presentazione del sito ha aperto la 24esima edizione della guida, ospitata negli spazi del The Westin Excelsior Hotel di Roma e partecipata da oltre 1.500 visitatori tra pubblico, stampa e operatori. La giornata ha offerto la selezione delle 92 etichette premiate con le “5 Sfere”, scelte fra le 976 in guida, delineando un panorama produttivo che dalle regioni settentrionali si è esteso verso il Centro e il Sud del Paese, confermando la crescita costante del comparto.
“Sono molti anni che abbiamo trasformato il nome della nostra guida da Bere Spumante a Sparkle” ha ricordato il curatore Francesco D’Agostino, spiegando che “è un modo nuovo per raccogliere il mondo dei vini italiani con le bollicine che non hanno un termine condiviso che li accomuni. Una parola inglese perché l’obiettivo era ed è quello di raggiungere il consumatore mondiale che fa confusione identificando con spumante la nostra bollicina dolce per eccellenza, l’Asti, con Prosecco, un nome proprio che indica un territorio e un vino, tutti gli altri vini italiani con le bollicine. Dallo scorso 29 novembre – ha concluso – Sparkle.wine è il contenitore in lingua inglese in cui scoprire quanto siano belli e buoni gli sparkles italiani, a partire da tutte le denominazioni più importanti che lo popolano per oltre il 90%”.
Accanto alla novità digitale, l’edizione ha registrato una forte partecipazione alle masterclass. In apertura si è svolto l’approfondimento dedicato ai formaggi prodotti con il caglio vegetale sviluppato da Forvecardo assieme all’Università degli Studi della Tuscia, che ha proposto un percorso orientato alla conoscenza delle potenzialità di questa produzione. A seguire si è tenuta la degustazione dei vini dell’Alta Langa Doc, andata esaurita, guidata da D’Agostino e dal presidente e socio fondatore del Consorzio Alta Langa Giovanni Minetti, che ha illustrato l’evoluzione della denominazione e il ruolo che continua a ricoprire nel panorama spumantistico italiano.

