Milano, 22 ago. (askanews) – Il Veneto si avvia verso una vendemmia in crescita, con una produzione stimata attorno ai 14 milioni di quintali, pari a un aumento del 3-5% rispetto al 2024. I dati previsionali, presentati oggi da Patrick Marcuzzo del Crea durante il secondo incontro del Trittico Vitivinicolo Veneto, indicano circa 100mila tonnellate di uva in più rispetto alle 1.374.400 tonnellate raccolte lo scorso anno.
La stagione ha registrato danni contenuti da peronospora e grandinate localizzate nell’alto vicentino e nella bassa veronese. Le condizioni meteo, pur in un’annata tra le più calde degli ultimi settant’anni, non hanno compromesso le prospettive: le piogge record di luglio, il secondo mese più piovoso dal 2014 in Veneto, hanno riequilibrato la situazione. I vigneti si presentano rigogliosi, con grappoli in buono stato e leggermente spargoli. L’incidenza fitosanitaria è stata moderata, con casi limitati di flavescenza dorata e mal dell’esca, mentre restano sotto osservazione possibili fenomeni di marciume acido e botrite se dovessero verificarsi piogge intense in fase di raccolta.
Sul piano territoriale, le previsioni delineano una situazione diversificata. A Belluno la produzione sarà sostanzialmente stabile con un incremento dell’1%, mentre a Padova e Rovigo si stimano aumenti tra il 5 e il 10% per Glera, Pinot grigio, Merlot e Cabernet. A Treviso i volumi resteranno nel complesso invariati, con eccezione del Pinot grigio in crescita del 2% e della Glera in lieve calo (-3%). Nel Veneziano, invece, sono attesi incrementi per Glera (+5%) e Chardonnay (+3%), con un calo del Pinot grigio (-3%). Particolarmente positive le previsioni per Vicenza e Verona, dove si stimano aumenti fino al 15% per Merlot e al 10% per Corvinone e Garganega. Nel complesso il Veneto dovrebbe raggiungere circa 14 milioni di quintali di uva, con un aumento del 3-5% rispetto al 2024. Al di fuori dei confini regionali, il Friuli Venezia Giulia registra un incremento stimato del 10%, mentre in Trentino gli incrementi per i principali vitigni bianchi non supereranno il 4%, con una crescita più marcata, tra il 5 e il 10%, per le varietà coltivate in Alto Adige.
L’inizio della vendemmia è già avvenuto con Pinot e Chardonnay per basi spumante. La raccolta proseguirà con la Glera dal 5 settembre, il Merlot dal 10, la Corvina dal 17 e la Garganega dal 23 settembre. Le previsioni per provincia evidenziano produzioni stabili a Belluno (+1%), incrementi tra +5% e +10% per Glera, Pinot grigio, Merlot e Cabernet a Padova e Rovigo, stabilità a Treviso con eccezione del Pinot grigio (+2%) e della Glera (-3%), crescita a Venezia per Glera (+5%) e Chardonnay (+3%) e calo del Pinot grigio (-3%). A Vicenza e Verona si stimano aumenti fino al +15% per Merlot e al +10% per Corvinone e Garganega.
Il quadro del Nord-Est conferma una tendenza positiva: in Friuli Venezia Giulia la produzione attesa è in crescita del 10%, mentre nelle province autonome di Trento e Bolzano gli incrementi stimati sono tra il 5% e il 10% per la maggioranza delle varietà, con un +4% per i principali vitigni a bacca bianca del Trentino.
“Nonostante questa stagione sia stata caratterizzata da una certa piovosità e da temperature sopra la media siamo riusciti a gestire i nostri vigneti in maniera ottimale” commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner, sottolineando che “lo confermano le prospettive di produzione, sia a livello quantitativo che qualitativo, che sono più che buone: ci aspetta una vendemmia importante. L’unica preoccupazione è legata al contesto internazionale, vista la conferma dei dazi da parte degli Stati Uniti, ma il Veneto è perfettamente in grado di gestire quest’aumento. Stiamo guardando con attenzione al pacchetto vino dell’Unione Europea, strumento che ci potrà aiutare a contrastare le conseguenze legate ai dazi. Inoltre quello americano non è l’unico mercato: esorto i nostri produttori a ricercare nuove opportunità altrove, perché aprire ulteriori frontiere può regalare soddisfazioni”.
Il secondo incontro del Trittico Vitivinicolo Veneto, organizzato da Regione del Veneto e Veneto Agricoltura in collaborazione con Crea, Arpav e Avepa, ha rappresentato anche un’occasione di confronto con le principali regioni vitivinicole italiane ed estere. Grazie a contributi video da Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Sicilia, Francia e Spagna è emerso un quadro generalmente positivo, con l’unico punto di attenzione legato ai dazi internazionali e allo smaltimento delle scorte.

