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Vino, Vinarius: consumatori più attenti a qualità e sostenibilità

Vino, Vinarius: consumatori più attenti a qualità e sostenibilità

Maggior selezione, meno quantità, più valore e minor tenore alcolico

Milano, 18 dic. (askanews) – “I dati raccolti dalle enoteche Vinarius raccontano un consumatore più consapevole, curioso e selettivo, che chiede qualità e trasparenza”. A dirlo è il presidente di Vinarius, Associazione delle enoteche italiane, Giuliano Rossi, spiegando che i consumatori acquistano meno bottiglie ma orientano le scelte verso vini di maggiore qualità, fortemente identitari e strettamente legati al territorio. In questo contesto, le Denominazioni non sono più percepite come semplici sigle ma come sistemi narrativi complessi capaci di valorizzare storia, zonazioni, vitigni e specificità produttive.

Il quadro delineato dall’Associazione fotografa un mercato che sta attraversando una fase di trasformazione strutturale, in cui diminuiscono i consumi in volume ma cresce il valore complessivo. Dall’analisi sui trend del vino 2025 e sulle prospettive per il 2026 elaborata da Vinarius sulla base dei dati raccolti attraverso la propria rete di enoteche diffuse su tutto il territorio nazionale emerge un cambiamento nelle abitudini di acquisto e nei criteri di scelta dei consumatori. Accanto ai grandi rossi tradizionali si registra una crescita costante dell’interesse per vini bianchi, rosati e spumanti, con una particolare attenzione per il Metodo Classico, apprezzato per la freschezza e per la versatilità negli abbinamenti gastronomici. Parallelamente si consolida l’ascesa dei vini a minor tenore alcolico, una tendenza sostenuta soprattutto dalle nuove generazioni, sempre più sensibili ai temi della moderazione e della bevibilità, che influenza in modo diretto anche le strategie produttive e comunicative delle aziende.

Un altro asse centrale dell’analisi riguarda la sostenibilità, che secondo Vinarius è entrata in una fase di maggiore maturità. Il mercato mostra una crescente capacità di distinguere tra approcci concreti e pratiche puramente dichiarative, premiando le realtà che investono in certificazioni riconosciute, tracciabilità dei processi e soluzioni di packaging sostenibili. In questo contesto perde progressivamente efficacia il “green washing”, sempre meno credibile agli occhi di consumatori informati e consapevoli.

Sul fronte dei canali di vendita e della relazione con il pubblico si rafforza il modello “direct to consumer” integrato con l’enoturismo. Vendite dirette, esperienze in Cantina, wine club e contenuti digitali diventano strumenti strategici per costruire relazioni durature con il consumatore finale e per rafforzare il legame tra vino e territorio. In questo scenario le enoteche si confermano osservatori privilegiati “capaci di orientare le scelte e di interpretare l’evoluzione della domanda”.

Secondo l’Associazione, fondata nel 1981 e che rappresenta oltre 120 enoteche italiane per un fatturato complessivo che sfiora i 50 milioni di euro, i vini premium mostrano una buona tenuta in termini di valore, sostenuti da una domanda più selettiva e consapevole, mentre le fasce base sono chiamate a rinnovare linguaggi, posizionamento e modalità di comunicazione per restare competitive in un contesto meno orientato ai volumi e più esigente sul piano qualitativo. A livello industriale, Vinarius osserva un consolidamento dei grandi gruppi, sempre più strutturati e presenti anche sui mercati esteri, affiancato dalla crescita di micro nicchie ad alto valore, spesso legate a produzioni artigianali e a una forte identità territoriale. Sul piano internazionale sono soprattutto i mercati extra Unione Europea, in particolare Stati Uniti, Canada, Corea del Sud e Giappone, a trainare la domanda di vini premium italiani. “L’analisi Vinarius sui trend del vino 2025 e sulle prospettive per il 2026 restituisce l’immagine di un settore in evoluzione” ha concluso Rossi, sottolineando che “è chiamato a ripensare modelli produttivi, commerciali e comunicativi”.