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Vino, “Vinitaly.Usa” a Chicago rafforza alleanza tra Italia e Stati Uniti

Vino, “Vinitaly.Usa” a Chicago rafforza alleanza tra Italia e Stati Uniti

Lollobrigida e Tajani: Mercato strategico, serve azione condivisa

Milano, 6 ott. (askanews) – La seconda edizione di “Vinitaly.Usa”, che si chiude oggi al Navy Pier di Chicago, ha riunito oltre 250 aziende, 1.500 buyer e le principali istituzioni italiane e statunitensi per discutere prospettive e criticità del settore vitivinicolo, tra cui l’aumento dei dazi al 15% su vino e spirits europei.

“Il mercato statunitense non è sostituibile e vale la pena investire” ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, spiegando che “la grande presenza di operatori americani e buyer dimostra quanto il vino italiano resti apprezzato e ricercato. Il Sistema Italia è al fianco del settore per promuovere le qualità del nostro vino e guardare al futuro con fiducia”. Sostegno è arrivato anche dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, che ha affermato: “Il governo è al fianco di un comparto strategico, prioritario nella diplomazia della crescita, con l’obiettivo di raggiungere i 700 miliardi di export entro la fine della legislatura”. Tajani ha inoltre annunciato di “aver istituito presso il ministero una Task Force Dazi”, sottolineando che il Piano d’azione per l’export punta ad ampliare la presenza italiana nei mercati extraeuropei senza indebolire i rapporti con Stati Uniti ed Europa.

Il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, ha evidenziato che “Vinitaly.Usa è la risposta del vino italiano a un contesto di incertezza. Il programma unitario di questa edizione, che include wine2wine Business Forum, Vinitaly International Academy, Vinitaly Tourism e SolExpo, rafforza la presenza di Veronafiere su un mercato strategico che offre ancora molte opportunità di crescita”.

Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, basato su dati Iwsr, il 75% dei consumatori statunitensi di vino made in Italy si concentra in quindici Stati, con prevalenza in California, New York, Florida, Texas e Illinois. Il pubblico attuale è composto in maggioranza da consumatori caucasici appartenenti alle generazioni Boomer e Gen X, con significativa presenza femminile. I nuovi segmenti di interesse, invece, sono rappresentati da Gen Z e Millennial, di origine latinoamericana o afrodiscendente, residenti soprattutto nel Sud degli Stati Uniti: aree considerate strategiche per l’espansione del vino italiano.

Il mercato americano resta il primo sbocco per l’export enologico nazionale, che nel 2024 ha raggiunto 8,1 mld di euro (+5,5% sul 2023). Le importazioni dagli Stati Uniti sono state pari a 1,9 mld di euro, in crescita del 10,2%. Nei primi sette mesi del 2025 il trend si è mantenuto stabile (+0,1%). Secondo i dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, le imprese italiane generano ogni anno oltre 2,2 mld di dollari di vendite oltreoceano, mentre per i partner commerciali americani il beneficio supera i 10 mld di dollari.

Le etichette italiane rappresentano il 38% del mercato statunitense dei vini importati, confermandosi al primo posto davanti a Australia, Nuova Zelanda, Francia e Cile. Ogni dollaro speso in vino italiano genera 4,5 dollari di valore per l’economia americana. Negli Stati Uniti operano più di 1.000 importatori, altrettanti distributori e 2.000 rivenditori. Il comparto della ristorazione italiana vale 95 miliardi di dollari l’anno e conta oltre 62 mila imprese.

Il Prosecco è oggi presente nel 41% dei menu americani, secondo uno studio di Italian Wine Podcast e Somm.ai, mentre i rossi toscani restano tra i più richiesti. Nel 2024 le importazioni di vino italiano hanno totalizzato 354 milioni di litri, equivalenti a circa 470 milioni di bottiglie. L’export verso gli Stati Uniti rappresenta il 24% del valore totale delle esportazioni vinicole italiane, un settore che coinvolge 530 mila aziende e 800 mila addetti. Secondo il “2025 Economic Impact Report” di Wine America, il valore complessivo del vino negli Stati Uniti è di 144,4 miliardi di dollari, di cui quasi 19 miliardi generati dal vino italiano.

Nel corso del Business Forum, il presidente dell’Agenzia Ice Matteo Zoppas ha ricordato che “in soli tre anni siamo riusciti a coinvolgere 250 espositori e oltre 2.000 etichette, dando vita al primo grande evento dedicato esclusivamente al vino italiano negli Stati Uniti”. Zoppas ha aggiunto che “il mercato americano resta strategico e che, in questo momento di incertezza legata ai dazi, l’impegno dell’Agenzia è fornire un supporto concreto agli imprenditori italiani”.

L’Agenzia Ice, insieme con Veronafiere e la Camera di Commercio di Chicago, ha coinvolto 44 aziende e 88 buyer provenienti da Stati Uniti, Messico e Canada, in linea con il Piano Export della Farnesina. Zoppas ha sottolineato inoltre il valore del legame tra vino e cucina italiana, la cui candidatura a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità sarà esaminata a dicembre 2025.

Il wine2wine Business Forum ha ospitato gli interventi di Marilisa Allegrini (Gruppo Allegrini), Francesco Ganz (Ethica Wines), Bill Terlato (Terlato Wine Group) e Diva Moretti Polegato (Villa Sandi), con le conclusioni di Zoppas e del ministro Lollobrigida. Presente anche Kristian Ghedina, ex campione di sci e sommelier Ais ad honorem, in veste di ambassador di “Vinitaly.Usa” 2025.

Il calendario internazionale di Veronafiere proseguirà con “Vinitaly Japan” (Tokyo, 17-18 novembre), “Vinitaly @Wine Vision by Open Balkan” (Belgrado, 22-25 novembre) e “Vinitaly Albania” (Tirana, 26 novembre). Il 2025 si chiuderà con “Vinitaly Preview” in Tailandia e India. Nel 2026 il programma fieristico si sposterà in India, Polonia, Norvegia e Cina, prima della 58esima edizione di “Vinitaly” a Verona (12-15 aprile). Confermato anche “Vinitaly.Usa” 2026.