Il gup di Palermo Roberto Riggio ha assolto, “perché il fatto non costituisce reato”, un ex consulente della Regione siciliana accusato di violenza sessuale nei confronti di una dipendente della stessa amministrazione. Secondo il giudice (il processo si è svolto in abbreviato), l’allora consulente dell’assessorato alle Infrastrutture non ha “costretto con violenza” una dipendente “a compiere e subire atti sessuali”.
La procura aveva chiesto la condanna a quattro anni e sei mesi di carcere.
A scagionare l’uomo, la stessa conversazione tra la vittima e l’imputato (portata come prova dalla parte offesa) registrata dalla donna due mesi dopo la presunta violenza, nella quale l’indagato descrive con dovizia di particolari le fasi dell’incontro diventate oggetto dell’indagine.
La vicenda risale al 2016 e i fatti si svolsero in assessorato, nell’ufficio dell’ex consulente. Secondo gli avvocati della difesa, Raffaella Geraci e Roberto Tricoli, le cose sarebbero andate in modo diverso, come emergerebbe dalla stessa registrazione audio in cui la donna tenta di far ammettere all’uomo l’abuso.
La difesa ha, inoltre, smentito che la presunta vittima fosse finita in trappola in una stanza da cui non poteva uscire: dalle indagini è emersa l’esistenza di quattro porte apribili facilmente dall’interno.