Sotto l’effetto di cocaina avrebbe più volte violentato l’ex fidanzata, puntandole un coltello alla gola e picchiandola fino a romperle la mascella. Vessazioni che secondo la donna le avrebbero provocato anche un aborto spontaneo. Violenza sessuale e lesioni personali, sono le accuse nei confronti di un pescatore siciliano di 52 anni, arrestato ieri dai carabinieri della Tenenza di Cattolica, in esecuzione di un’ordinanza cautelare in carcere, richiesta dal sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani.
Per il gip, Benedetta Vitolo che ha accolto la richiesta della Procura e ne ha disposto arresto, la detenzione in carcere è stata “l’unica misura idonea ad una effettiva tutela della persona offesa”, dalle reiterate violenze perpetrate sotto l’influenza di cocaina.
L’episodio più grave all’inizio di marzo, quando la donna per fuggire dall’uomo si era rifugiata nel bagno della camera del residence dove lui l’aveva rinchiusa. Solo l’intervento del portiere dello stabile aveva evitato il peggio. Ai carabinieri la vittima ha quindi raccontato una lunga serie di episodi in cui veniva costretta, oltre alle violenze, anche ad assumere droga. E probabilmente proprio la dipendenza da stupefacenti avrebbe contribuito ad accentuare l’aggressività dell’uomo, che non si fermava neanche davanti alle suppliche e alle lacrime della vittima.
Non era servito alla donna piangere e supplicare per liberarsi neanche nel giorno di Natale, quando in lacrime aveva chiesto di poter andare dal figlio. Erano seguite minacce. E per la prima volta le botte. “Ti ritrovano a pezzi in mezzo al mare, non mi sporco le mani, ti mando qualcuno“, le avrebbe detto.
Il pescatore, qualche arresto per furto nel suo passato, senza una casa stabile in Romagna, è descritto come un uomo con pochi contatti sociali. Neanche la gravidanza della compagna lo ha fermato, tanto che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna gli ha rinfacciato che proprio le percosse sarebbero state la causa di un aborto spontaneo.
L’indagini dei carabinieri, non semplice nel ricostruire punto per punto il racconto della donna, hanno confermato circostanze e fatti confluiti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 52enne.
“Il nostro pensiero e la nostra vicinanza va sempre alle vittime di abusi e violenze, costrette a subire l’aggressività di chi usa la forza per sottomettere”, hanno scritto in una nota i parlamentari della Lega Jacopo Morrone e Elena Raffaelli. “Aspettiamo l’esito delle indagini da parte degli inquirenti, si tratta, tuttavia, di uno di quegli episodi gravi che si ripetono con sempre più frequenza forse anche a causa delle ricadute del lockdown e delle restrizioni che hanno esasperato le persone, soprattutto quelle meno strutturate e fragili. L’unica strada da indicare alle persone abusate e più deboli è quella di denunciare l’aggressore e di chiedere aiuto.
Per i casi più gravi ai danni delle donne c’è il ‘Codice Rosso’, ma le violenze colpiscono anche altri soggetti nei confronti dei quali bisogna usare la massima attenzione”, hanno aggiunto.
