Virginio Rognoni ministro degli Interni - QdS

Virginio Rognoni ministro degli Interni

Virginio Rognoni ministro degli Interni

Marco Vitale  |
mercoledì 02 Ottobre 2024

Ebbi così modo di apprezzare da vicino la sua grande e lucida forza d’animo

Segue dal QdS del 25/9/2024

Rognoni, dopo un lungo impegno pubblico al Comune di Pavia dal 1964 al 1967, fu attratto dalla politica nazionale venendo eletto deputato alla Camera nel 1968 dove rimase per 7 legislature sino al 1994 e assumendo responsabilità governative sempre più importanti. Per questo nel decennio 1968-1978 le nostre frequentazioni non furono intense ma rimasero vive grazie ai rapporti con la famiglia e con i figli che crescevano parallelamente con i nostri. E fu proprio grazie a una vicenda legata a suo figlio Vincenzo, coetaneo di mio figlio Luca, che io riconobbi veramente chi era Virginio Rognoni.

L’evento avvenne in un campetto di calcio di un oratorio alla periferia di Pavia nel giugno 1978. Entrambi appassionati di calcio avevamo organizzato una partita tra le squadrette delle classi medie dei rispettivi figli. Noi scendemmo da Milano con un pulmino, loro giocavano in casa. Era in corso l’accanita partita quando Rognoni venne chiamato al telefono. Quando ritornò poco dopo mi sembrò cambiato, con uno sguardo profondo, lontano, deciso, impegnato. “Mi hanno chiesto di assumere la responsabilità di Ministro degli Interni” mi disse a mezza voce. Dopo le dimissioni di Francesco Cossiga da ministro degli Interni come conseguenza dell’assassinio di Aldo Moro, la carica spaventava. Eravamo al culmine della lotta armata e della violenza terrorista (i cosiddetti anni di piombo). Toccava a lui, vice presidente della Camera dal 1976.

Fu in quel preciso momento che capii veramente chi era Rognoni. Dietro la sua cortesia e quasi bonomia c’era un uomo d’acciaio, dal coraggio e dalla determinazione straordinari. Un combattente che non si faceva spaventare dalla lotta ma che avrebbe condotto la sua battaglia con grande determinazione, con una fedeltà assoluta con i suoi principi che erano quelli della democrazia e della Costituzione. E così è stato nei cinque anni in cui è stato ministro degli Interni (1978-1983). In quei cinque anni terribili, nonostante il suo crescente impegno, le nostre frequentazioni, a Cà della Terra, aumentarono ed ebbi così modo di apprezzare da vicino la sua grande e lucida forza d’animo, il suo grande impegno. Allora in Italia al Ministero degli Interni contavano più di 200 organizzazioni terroristiche attive e nel 1979 fu registrata la cifra record di 659 attentati. E ciò può spiegare perché, allora, molti uomini politici importanti (tra i quali ricordo Ugo La Malfa) chiedevano misure di contrasto al terrorismo eccezionali, anche in deroga alle norme ed alla tutela giudicate ordinarie. Rognoni prese misure e ottenne risultati importanti ma si rifiutò di prendere misure eccezionali.

continua…

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