La pandemia ha dato una scossa al mondo. Come la diede la seconda guerra mondiale.
La pandemia ha dato una scossa al mondo. Come la diede la seconda guerra mondiale, nulla fu come prima, morirono imperi coloniali e nacquero nuovi imperi. Nacquero multinazionali in tanti Paesi, in Italia la nuova Fiat di Valletta e Agnelli seguì questo corso.
Oggi questa scossa tellurica ha provocato forti
disallineamenti. Lo scontro sui vaccini ne è una plastica dimostrazione. L’Europa,
peraltro distaccata dalla Gran Bretagna, si trova a dover combattere una guerra
batteriologica senza armi. Non possiede un proprio vaccino, ed è messa in mezzo
dalla potenza di fuoco altrui, fra interferenze e crasi interne. Di fatto è la
dimostrazione che L’Europa, lenta e burocratica, si è divaricata per effetto
delle accelerazioni della globalizzazione, scissa tra il mondo anglosassone ed il continente
orientale.
L’Italia era già di suo disallineata rispetto all’Europa.
Draghi sta cercando di mantenerla nel convoglio europeo, ma affronta enormi
difficoltà per i molti anni perduti da un sistema Paese cieco ed involuto,
soprattutto in ricerca e sviluppo.
E la Sicilia? Quella che tanti anni fa era laboratorio
dell’Italia?
La Sicilia è da decenni alla deriva rispetto al suo Paese, figuriamoci con L’Europa, che consideriamo solo un bancomat assistenziale.
Da anni tra la Sicilia e lo Stato italiano è saltato non
solo il trait d’union politico istituzionale, ma anche il cuscinetto a sfera
del Commissario dello Stato. Ultimo retaggio di collegamento concordatario tra
l’autonomia ormai spenta ed uno Stato ormai patrigno.
Da anni ogni nostra norma, soprattutto finanziaria, senza un
filtro di mediazione, cade sotto i colpi dell’impugnativa di Palazzo Chigi,
mortificando sia il Parlamento siciliano, sia, cosa peggiore, il rapporto tra i
siciliani ed il voto democratico.
Ancora in questi giorni vediamo una tardiva finanziaria regionale, senza vitalità e respiro, galleggiare prima di finire impallinata dalla cannoniera romana. Continuando con questa deriva di disarticolazione non finiremo a Roma, come diceva Venditti, ma a Beirut.
Gatto Silvestro