Come disse Socrate: tanto tuonò che piovve. La Regione siciliana viene commissariata dal Governo nazionale mediante l’invio di tre Revisori che hanno la funzione di controllare il taglio della spesa corrente entro tre mesi, per riportarla in una condizione di accettabilità.
La situazione è identica a quella della Grecia, quando chiese all’Unione europea finanziamenti per riaprire i Bancomat chiusi per default. Anche in quel caso furono inviati tre commissari – uno della Commissione, uno del Fondo monetario internazionale e uno della Banca centrale europea – i quali si insediarono nel Palazzo di Governo di Atene.
La loro funzione fu quella di controllare spesa per spesa la compatibilità col Piano di rientro che il Governo greco si era impegnato a mettere in atto di fronte all’Unione. Quanto precede fu condizione essenziale per ottenere i nuovi finanziamenti che hanno salvato quel Paese.
Ovviamente, il governo presieduto da Alexis Tsipras dovette adottare dei tagli lacrime e sangue su pensioni, stipendi pubblici, spesa corrente, nonché la vendita dei gioielli di famiglia. Ma ora il Pil cresce oltre il 2% l’anno.
Per la Regione siciliana, il Governo ha approvato un Decreto legislativo ad hoc, lunedì 23 dicembre, con il quale ha previsto la nomina di un Collegio dei Revisori dei conti quale organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della Regione siciliana.
Il Dlgs introduce misure per il ripiano del disavanzo di oltre 1,1 miliardi, spalmandolo in un limite massimo di dieci esercizi (anche se non necessariamente dieci).
Ma, c’è un “ma” grosso come una casa. L’accordo Stato-Regione comprende impegni tassativi di riequilibrio strutturale della parte corrente del bilancio, attraverso la riduzione della spesa corrente. I tagli devono essere concordati e definiti entro novanta giorni dall’entrata in vigore del Dlgs in questione, verosimilmente il 31 marzo 2020.
Di fatto, il Governo ha messo il collare alla Regione siciliana, la quale dovrà, volente o nolente, tagliare la spesa corrente, cioè quella improduttiva. Ma questo non vorrà dire tagliare la spesa per assistenza sociale di vario tipo, bensì quella parte che riguarda inefficienze e sprechi.
Il Collegio dei Revisori avrà compiti non solo di vigilanza, ma, probabilmente, di approvazione delle spese, esattamente come fecero i commissari europei nella gestione del Governo greco.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha le spalle coperte da questo nodo scorsoio. Cosicché potrà (e dovrà) proporre all’Assemblea regionale, mediante la Legge di Bilancio 2020, quella riduzione prevista dall’accordo. Non è escluso che l’Assemblea regionale, sulla base di un Ddl del Governo, debba approvare altre norme nel corso del primo trimestre 2020 per completare il quadro della riduzione della spesa cattiva.
è nostra abitudine, per alcuni pessima, suggerire soluzioni per evitare tagli lineari che possano fare macelleria sociale. Infatti, la spesa per assistenza ai siciliani piu deboli e bisognosi deve essere salvata in ogni caso. Ma la spesa sociale vera, non tutta quella che sta intorno e che invece favorisce clientelismo e assistenzialismo inutile e deleterio. Occorrono tagli chirurgici, delicati e diretti, per cui sono necessari sensibilità e attenzione.
Una mossa strategica sarebbe quella di ridurre il costo del personale della Regione, evitando ogni aumento a dirigenti e dipendenti, che già guadagnano troppo rispetto alla media degli stipendi del settore privato. Si tenga anche conto che i dipendenti regionali hanno un contratto di 36 ore settimanali, quindi è privilegiato perché ridotto rispetto a quello dei dipendenti privati, che è di 40 ore.
Un taglio di 50 milioni bisognerebbe farlo all’Assemblea regionale, che potrebbe a sua volta riportare a importi ragionevoli i compensi di dipendenti, dirigenti e deputati oggi esorbitanti rispetto a quelli del Consiglio regionale della Lombardia.
Vi è poi la spesa per la Sanità, che presenta inefficienze universalmente riconosciute pari a circa il dieci per cento, cioe sette-ottocento milioni. è vero che servono medici e paramedici, ma è anche vero che c’è una zavorra di amministrativi assunti con criteri clientelari.
Torneremo sull’argomento non appena pubblicato il Dlgs.
