ROMA – “Riteniamo che il Ddl del governo abbia dato impulso a una riforma utile e, al tempo stesso, non priva di elementi di delicatezza, in relazione ai quali è bene si discuta in modo aperto e con la dovuta cautela. Il cambiamento dell’assetto ordinamentale coinvolgerà tutti gli attori della nostra governance multilivello, ma anche cittadini e imprese; ne deriva l’esigenza di un ampio coinvolgimento degli attori sociali”.
Ad affermarlo è il vicepresidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria, Vito Grassi, in audizione al Senato su ‘Progetti di legge per l’attuazione dell`autonomia differenziata’, sottolineando che sarebbe opportuno “lasciare alla gestione nazionale alcune competenze strategiche per la tutela del mercato”.
Per Confindustria, l’autonomia differenziata costituisce un principio costituzionale in sé meritevole di attuazione ma servono cautela e gradualità. “Se ben calibrata, può rappresentare – ha osservato il vicepresidente degli industriali – l’occasione per incrementare la competitività e valorizzare le specificità dei territori. Si tratta di un processo che, senza aumentare i divari tra Regioni e senza stravolgere le prerogative decisionali previste dall’ordinamento, può rafforzare i territori nel solco dei principi di sussidiarietà, efficienza e solidarietà. Il dibattito sull’autonomia, infatti, può contribuire a migliorare la qualità dei servizi pubblici a livello locale, all’insegna della responsabilizzazione, purché mantenga un costante coordinamento con quelle politiche nazionali orientate alla crescita e alla competitività del sistema produttivo”.
Il processo di riforma oggetto del Ddl in esame “investe valutazioni di carattere istituzionale, finanziario e di efficienza del nostro apparato burocratico; la riforma si innesta su una serie di lacune, costituzionali e non solo, la cui risoluzione è cruciale per l’eventuale trasferimento di competenze”, ha aggiunto Grassi.