Deciso dopo la deposizione di un testimone: Adriatici non ha sparato per sbaglio al marocchino ucciso. E ha contro anche la destra, "lo chiamavano lo sceriffo". Ai domiciliari in un luogo segreto
“Che girasse armato si sapeva, la pistola la esibiva, e quand’era commissario di aveva modi rudi, bruschi, aveva atteggiamenti prepotenti verso gli ultimi”.
Lo ha dichiarato alle agenzie di stampa Gianpiero Santamaria, coordinatore di Buona Destra Voghera, parlando dell’uccisione a Voghera di Youns El Bossettaoui, un cittadino marocchino di 38 anni, al quale ha sparato Massimo Adriatici, avvocato ed ex poliziotto, ma soprattutto assessore comunale, leghista, alla Sicurezza.
“E’ stato il motivo – ha rivelato Santamaria – per cui la Lega lo ha candidato: aveva la nomea di sceriffo”.
Ma proprio a causa delle denunce di Santamaria, che avrebbe postato sui social un video in cui si vede l’abitazione dell’assessore leghista, il Tribunale di Pavia ha deciso che Massimo Adriatici, pur rimanendo ai domiciliari perché “Pericoloso”, sarà trasferito in una località segreta “per il serio e fondato pericolo per la propria incolumità”, come ha dichiarato il suo avvocato, Gabriele Pipicelli.
La notizia è stata data con grande evidenza dai giornali della destra che hanno invece glissato sul motivo per cui l’assessore leghista sia stato giudicato “Pericoloso”, ossia la dichiarazione di un testimone secondo il quale Adriatici “non ha sparato per sbaglio” ma è caduto, ha preso la mira, e ha poi fatto partire il colpo.
E poiché tra le sue qualifiche c’è anche quella di tiratore scelto si può immaginare che sapesse cosa faceva, visto che ha centrato il marocchino in pieno petto, uccidendolo.