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Voglia di clava

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Voglia di clava

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 30 Marzo 2022

Il mondo dopo un quarantennio di globalizzazione ha innestato, tra reazioni e populismi, la retromarcia: c’è voglia di clava nel pianeta

Nel tempio del mainstream, la fabbrica dei sogni e delle tendenze sociali, nella notte degli Oscar va in scena lo schiaffo più seguito della Storia. Qualcuno potrebbe parlare di un incidente, di un fatto isolato, ma così non è. In mondovisione abbiamo seguito poco tempo fa’ l’invasione di trinariciuti dagli elmi cornuti nel Campidoglio americano, in Italia ogni giorno sentiamo di femminicidi e violenze domestiche, o di assalti novecenteschi a sedi di sindacati progressisti. La Turchia, nuova star internazionale, è intrisa di maschilismo ultrareazionario, e la frase del patriarca Kirill sulla guerra contro il potere gay è esemplificativa.

Il mondo dopo un quarantennio di globalizzazione ha innestato, tra reazioni e populismi, la retromarcia. C’è voglia di clava nel pianeta, alimentata anche dal nervosismo sul controllo delle materie prime e dalla curva demografica. La guerra di Putin non è altro che lo schiaffo di Will Smith portato al parossismo. Uno schiaffo brutale che afferma la natura di Caino che si ribella all’applaudito successo di Abele.

Il mondo globale ha, a poco a poco, uniformato merci, costumi e comportamenti, da qui la temuta corrente no gender, il cui volto unisex potrebbe essere caratterizzato dai Maneskin. Un mondo di libertà assolute, peace&love e uniformità, a costo di rotture antropologiche. Da un lato l’uomo nuovo, senza ideologie, religioni, etnie, genere. Dall’altra l’uomo ancestrale, con reminiscenze medievali su Dio, patria e famiglia. L’uomo nuovo avrebbe fatto un post, o un video su Instagram, politicamente corretto per sostenere la sofferenza pelifera della moglie, l’uomo ancestrale sale sul palco e tira un manrovescio senza se e senza ma.

Hollywood anticipa sempre, o quantomeno registra, le tendenze del mondo. Uno scenario su cui interrogarsi. Abbiamo avuto già Trump dagli archetipi spicci e se vogliamo primitivi, ora sul podio del brutto e cattivo c’è Vladimir da Pietroburgo. Ma cerchiamo di capire che c’è una fenomenologia mondiale in cui l’uomo sta lottando contro se stesso. È solo paura del cambiamento o è sopravvivenza della specie? Il Covid, i dubbi sui laboratori di ricerca, ci hanno trasferito una riflessione sull’eugenetica complottista.

La verità è che siamo tanti su questo pianeta, troppi forse. Viene in mente la scena dei primati di Kubrick in 2001 Odissea nello spazio. E l’uomo rispolvera la clava togliendola dall’armadio della Storia.

Giovanni Pizzo

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