Carolina Capria e il lancio di YesAllWomen, stanno arrivando numerosissime testimonianze di molestie e violenze verso le donne
Carolina Capria, scrittrice e autrice per il piccolo schermo, ha delle pagine sui social denominate: “L’ha scritto una femmina”. Dopo il gravissimo caso di stupro di gruppo a Palermo, che si è verificato il 7 luglio, ai danni di una ragazza di diciannove anni in un cantiere abbandonato nei pressi del Foro Italico, la scrittrice ha deciso di lanciare una grande iniziativa.
In particolare, Capria condividendo dei messaggi ricevuti in Direct su Instagram, dove per ovvie ragioni non viene mostrato il mittente, ha avviato un vero e proprio movimento per consentire alle donne che hanno subito episodi di violenza sessuale, molestie di qualsiasi tipo di raccontare la loro, drammatica e traumatizzante, esperienza.
I messaggi di YesAllWomen
Tutti i messaggi che vengono inviati a Carolina Capria vengono ripostati fra le storie di Instagram sul suo profilo e raccolte fra le storie in evidenza chiamate appunto “YesAllWomen”. Sono tantissime le testimonianze che le stanno arrivando e i racconti sono drammatici, ma non solo. Il fattore ancor più grave è che secondo i racconti pare ci sia una certa “normalità” nelle violenze che subiscono e hanno subito moltissime donne, già da giovanissime.
Inoltre, emerge dalle brutte esperienze condivise che a compiere le molestie sono persone facenti parte della cerchia sociale più vicina e quasi tutte le vittime sono in cura, o hanno avuto il bisogno di essere in cura, da specialisti come psicologi o psichiatri.
Questi racconti che, fortunatamente, anche se qui la fortuna c’entra poco in effetti, anzi, grazie all’impegno in primis della scrittrice e il coraggio delle donne che trovano per parlare delle violenze subite e di come ne sono uscite, o come tentano di farlo, dovrebbero spingere a una profonda riflessione al di là di ogni possibile e dannosa retorica. YesAllWomen in un paio di giorni sta diventando un movimento, da qui comincia il cambiamento.
Fonte immagine: L’ha scritto una femmina – Facebook