Il Popolo ucraino vittima
La guerra Ucraina ha una sola vittima: il Popolo, che non ha alcun torto in quanto ha votato ed eletto democraticamente una maggioranza e una minoranza.
La maggioranza, probabilmente, ha travalicato il suo mandato e si è messa d’accordo con gli Stati Uniti per realizzare un piano (l’adesione alla Nato) irrealizzabile. Non sappiamo se gli Usa hanno dato assicurazioni sotto forma di protezione armata (impossibile), ma in ogni caso è stato attivato un bluff, visto da Putin.
Zelensky si è comportato da irresponsabile e non da uomo di Stato, perché non si gioca con la pelle di 44 milioni di propri cittadini, di cui vogliamo ricordare che ben un terzo è filorusso e quindi contrario all’iniziativa dell’attuale capo di Stato.
La sceneggiatura di questo film era già tutta scritta. Il regista occulto – che possiamo individuare nei servizi segreti americani e nel debole presidente Biden – sapevano già che l’accenno alla richiesta di adesione alla Nato da parte dell’Ucraina avrebbe avuto come conseguenza l’invasione dell’armata russa. Quindi, tale invasione è stata provocata a bella posta.
Intendiamoci, è da condannare senza mezzi termini l’uso di carri armati, aerei e missili contro una popolazione inerme, ma non si può sottovalutare la forte provocazione.
Putin criminale? Non sappiamo. La storia lo confermerà o lo negherà, perché metterà a confronto detta provocazione con la sua reazione.
Quello che colpisce, in questa vicenda, è l’informazione a senso unico di tutto il mondo occidentale. A nessuno è venuto in mente di confrontarla con l’altra informazione per verificare se essa fosse vera o falsa.
Non dobbiamo dimenticare che all’Onu la delibera di condanna dell’invasione non è stata votata da 35 Paesi (una minoranza), che però rappresentano la maggioranza della popolazione della terra, con oltre quattro miliardi di cittadini, su otto miliardi.
A questo si deve aggiungere l’accorata voce del Papa, quando ha esclamato: “Armi, una pazzia”.
Ora, che si forniscano armi di difesa al popolo ucraino è sacrosanto, ma che l’irresponsabile Zelensky chieda aerei, carri armati e altre armi pesanti è da condannare senza mezzi termini.
In atto, i Paesi dell’Unione europea spendono 230 miliardi per le forze armate, in buona parte destinati alla Nato, dominata dagli Stati Uniti.
Per formare l’Unione, oltre che la moneta, servirebbero una Politica economica comune, un Fisco comune, nonché una Difesa comune. Per questo i 27 Paesi dovrebbero mettere in conto il formarsi di una propria “Nato”, uscendo dall’attuale e pur trovando con essa un accordo di collaborazione.
Solo in questo quadro si può pensare di aumentare la dotazione per le stesse Forze armate, portandola da 25 a 38 miliardi l’anno; diversamente si continua a foraggiare un’organizzazione – la Nato – in cui il nostro Paese e molti altri dell’Unione europea non contano nulla.
Dunque, fornitura di armi leggere all’Ucraina, ma la vera azione è quella di spingere per concludere l’atto che dichiari fine a questa insana guerra e ristabilisca le condizioni iniziali, ovvero la neutralità ucraina.
C’è una questione che non va sottovalutata e riguarda chi possa e chi debba garantire l’osservanza del trattato di pace anzidetto.
La risposta è facile e nei fatti: i due grandi poli economici e bellici del mondo, vale a dire Stati Uniti e Cina: un patto di neutralità firmato da Putin e Zelensky e controfirmato da Biden e Xi Jinping sarebbe blindato e quindi nessuno si sognerebbe, né domani né dopodomani, di metterlo in discussione.
Essendo chiaro il punto d’arrivo di questa triste vicenda, perché non ve n’è altro, essendo esclusa la terza Guerra mondiale, si tratta di accelerare l’iter della negoziazione e chiudere in questo modo al più presto tale vicenda.
Non sappiamo se gli Stati Uniti vogliano concorrere alla pace, anche perché dall’attuale situazione traggono vantaggio i produttori di beni energetici, che vendono a prezzo maggiore di quelli russi, nonché le industrie di armi che aumentano così fatturato e profitti.
Infatti, c’è sempre una ragione dietro la guerra: l’argent fait la guerre.