La tragedia dell’invasione russa nel territorio ucraino ormai volge al termine. L’epilogo si vede all’orizzonte dal momento in cui il quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha deciso di tagliare i ponti con l’Ucraina, probabilmente perché ha convenienze di vario tipo che lo legano a Xi Jinping e, di conseguenza, a Putin.
La fine della guerra è ineluttabile perché da parte dell’Ucraina è impossibile continuarla una volta che le mancano mezzi finanziari e armi. Ovviamente la cosa più grave è la decimazione delle proprie cittadine e dei propri cittadini, che in divisa stanno disperatamente difendendo il territorio metro per metro. Ma la superiorità degli armamenti e dell’armata russa è schiacciante, per cui non c’è eroismo che la possa fermare.
Sarebbe indispensabile che il senso di realismo, unito al buonsenso, portassero l’Unione europea a capire che non c’è più spazio per fare guerre, anche perché non ci sono più risorse finanziarie o di altro tipo che possano consentire all’Ucraina di resistere ancora per mesi e mesi.
In questo quadro, nel quale l’Ue ha dimostrato la sua insufficienza, desta un po’ di pena il presidente di quel disgraziato Paese, Volodymyr Zelensky, il quale sta recitando l’ultima parte dell’ultimo atto della tragedia.
Egli continua a saltare da un incontro all’altro – qualche volta portandosi la moglie, Olena Zelenska – fra sorrisi, discorsi e altri convenevoli, mentre gli ucraini e le ucraine muoiono al fronte e all’interno del Paese c’è una sollevazione contro quei disonesti che hanno armato la corruzione, intanto che i loro fratelli e sorelle morivano. Disonesti due volte.
Trump ormai ripete come un disco rotto che lui non intende più finanziare una guerra che non è la propria né del proprio Paese, anzi, aggiunge, che se ci fosse stato lui al posto di “RimbamBiden” (secondo Il Fatto Quotidiano) questa guerra non sarebbe mai scoppiata. E dobbiamo dargli ragione perché siamo convinti che l’ex attore comico non avrebbe mai dato motivo a Putin di invadere l’Ucraina se ci fosse stato Trump.
Vogliamo aggiungere che non essendovi altre possibilità, è interesse del popolo ucraino firmare la pace a qualunque costo.
Dispiace, in questo quadro, l’intervista incendiaria rilasciata dal presidente del Comitato militare della Nato, Cavo Dragone, al Financial Times il 15 ottobre scorso e pubblicata il 2 dicembre, nella quale, con parole di fuoco, disegna uno scenario in cui la Nato (e con essa l’Europa) dovrebbe fare un attacco preventivo nei confronti della Russia. Putin controbatte che se il suo Paese sarà attaccato, risponderà per le rime.
Insomma, argomenti guerrafondai che non servono a nessuno, se non a chi porta le stellette, cioè a chi ha come professione quella di fare la guerra e non la pace.
In questo quadro, anche l’alta rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Kaja Kallas, continua ad alimentare il fuoco della guerra, anziché usare parole di pace per raggiungerla a ogni costo e il prima possibile.
Non si capisce perché tutti costoro continuano a parlare di guerra anziché di pace. Forse sono sotto la pressione delle industrie di armi, che hanno tutto l’interesse che questa guerra, come le altre cinquanta sparse nel mondo, non cessi al fine di far aumentare i loro profitti.
Vi è un ultimo fatto di questi giorni che finalmente è pieno di buonsenso. L’Unione europea, nella sua pochezza, aveva proposto di discutere un eventuale prestito di centoquaranta miliardi da chiedere alla Banca centrale europea (cioè quella che stampa l’Euro) da effettuarsi all’Ucraina, non per ricostruirla, ma per alimentare la guerra (questo lo diciamo noi).
Dov’era l’inghippo? Nel fatto che veniva proposta una garanzia costituita dai beni russi congelati, cioè una delle sanzioni attuate improvvidamente dall’Ue stessa. Ebbene, la Bce ha risposto immediatamente e con toni molto duri che questa ipotesi è totalmente destituita di fondamento, in quanto contraria ai Trattati, perché i beni russi, per quanto congelati, non sono disponibili da un punto di vista della loro proprietà e quindi nessuno li può dare in pegno o a garanzia a chicchessia.
Il quadro è chiaro, solo chi vuol fare il cieco non lo vede. Ma i falsi ciechi vanno mandati al rogo.

