L’Ucraina diventa invivibile
Gli eventi cominciano a svelare il quadro della guerra russo-ucraina, dei suoi moventi e dei suoi effetti.
La stampa occidentale e gli altri mezzi di comunicazione, compresi quelli italiani, che tengono molto in evidenza quanto riferiscono i corrispondenti, gli inviati e altri che sono nelle diverse capitali d’Europa e nel territorio ucraino, sono palesemente di parte perché non trasmettono informazioni complete e assunte dalle diverse fonti.
Trasmettono, invece, solo quelle che le cancellerie hanno interesse a dire e solo quelle che l’attuale presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, eletto a maggioranza, continua a fare e disfare, comportandosi né più né meno come Putin.
Non dimentichiamo che l’attuale presidente ucraino ha avuto una solida maggioranza, ma nel Paese è rimasta un’altrettanta solida minoranza, che viene calcolata intorno a quasi un terzo della popolazione.
Questo accade perché molti ucraini sono di formazione e cultura russofona ed è diffusa in quel Paese la religione russo-ortodossa.
Al di là di queste considerazioni, cerchiamo di immaginare le condizioni di vita in cui si trova quello sfortunato Paese, bombardato in tutte le sue principali città, con l’energia ridotta al lumicino, con la mancanza di acqua, con la disfunzione di tutti i sistemi di scarico e delle fognature, senza la possibilità di utilizzare il sistema viario e ferroviario, con i trasporti aerei ridotti all’osso e via enumerando.
Da questo quadro si evince come la vita del Popolo ucraino non sia più quella di un Popolo civile e avanzato, ma dominato dalle paure, dalla continua corsa nei tunnel delle metropolitane per difendersi dalle bombe russe, in cui i bambini e i giovani non possono andare a scuola regolarmente, i malati non possono essere curati come dovrebbero e gli anziani soffrono di una deficienza finanziaria portata dalla guerra.
Immaginiamo le sofferenze di quel Popolo divenute inumane e delle quali sembra che al Presidente-attore non importi nulla.
Invece, nel bilanciamento fra vantaggi e svantaggi, egli dovrebbe avere il buonsenso di affrontare la via diplomatica per arrivare rapidamente alla Pace e togliere le afflizioni al suo Popolo.
Al contrario, Zelensky, con una pervicacia inaudita, è arrivato a firmare un decreto – non sappiamo con quali poteri – con il quale vieta qualunque trattativa con la Russia, il che è esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare.
Ma, qualcuno obietta, che la via della trattativa comporta necessariamente la prospettiva di convalidare l’annessione delle quattro regioni alla Russia. È vero, però c’è chi prende in esame la possibilità che questa guerra finisca con un risultato diverso? A noi non sembra.
Che poi qualche “scienziato” tiri in ballo il comportamento di un pazzo scatenato come Hitler per dire che Putin poi attaccherebbe qualche altro territorio dell’Europa, è fuori dalla realtà perché le condizioni sono molto diverse e Putin non è Hitler.
La stampa di parte ha trasmesso due informazioni destituite di fondamento. La prima riguarda l’adesione della Finlandia alla Nato come se fosse un fatto di qualche mese, mentre occorrono anni perché essa si concretizzi.
La seconda riguarda la richiesta di adesione all’Unione Europea da parte dell’Ucraina, che si continua a far passare come un fatto da realizzarsi in pochissimo tempo, mentre, come è noto, ci vorranno più di dieci anni, come accade, per altro, a tutti i Paesi balcanici che restano nell’anticamera da moltissimo tempo.
Il quadro che delineiamo è suffragato da notizie attinte anche in siti ucraini, e pure da ovvie deduzioni dei fatti che sono davanti ai nostri occhi.
Qualche scellerato dirà subito che quanto prospettato sia un assist per Putin. Sbagliato, enormemente sbagliato. Non vi è alcuna giustificazione per chi aggredisce un altro Paese. La guerra e l’uso delle armi non sono strumenti compatibili con la civiltà, basata sui principi morali che devono governare i rapporti fra i governi e fra i loro cittadini.
Tuttavia, bisogna comparare i bisogni di un Popolo stressato e vilipeso come quello ucraino, con le ragioni teoriche per trovare il giusto punto di equilibrio necessario a fare cessare le sue sofferenze inaudite.
Che succede? Un giornalista che fa il suo lavoro, e un giornale che lo pubblica? Articoli che tengono separati i fatti dalle opinioni?
Nella monumentale parzialità della stampa italica, nel deserto dell’intelligenza e della logica, forse c’é qualcuno che resta fedele all’etica professionale.
Forse ho trovato un giornale degno di essere letto.
Confermo quanto detto dal lettore precedente. E’ la prima volta che mi sento di sostenere un articolo degno di apprezzamento svincolato dall’informazione distorta di potere