Zelensky si accorge che non conta nulla - QdS

Zelensky si accorge che non conta nulla

Zelensky si accorge che non conta nulla

sabato 08 Febbraio 2025

Negoziato Trump-Putin

Finalmente la verità emerge nella insana guerra provocata dal presidente-dittatore russo, Vladimir Putin, con l’invasione del territorio ucraino.
Di che si tratta? Del fatto che in tutta questa vicenda Volodymyr Zelensky, Presidente di quella Repubblica, si è sempre comportato come una sorta di cavaliere bianco che voleva ammazzare il cavaliere nero. (Gigi Proietti docet).

Si è gonfiato come un pavone ricevendo i leader europei, andando continuamente a Washington per incontrare l’ex presidente degli Usa, Joe Biden, insultando il suo antagonista, proclamando a più riprese come lui avrebbe vinto la guerra e altre amenità di questo genere. Qualcuno ha fatto finta di crederci e segnatamente molti leader europei, fra cui la presidente della Commissione Ue e anche, un po’ meno, la nostra Presidente del Consiglio.
Tutta questa sceneggiata però ha avuto un effetto gravissimo e una vittima in particolare: il popolo ucraino.

A distanza quasi di tre anni da quel fatidico 24 febbraio 2022, la situazione per l’Ucraina è diventata insostenibile: migliaia e migliaia di immobili distrutti, strade danneggiate, impianti energetici e idrici fuori uso, fognature devastate e, prima di tutto, una popolazione che ha sofferto pene atroci sotto l’incubo dei bombardamenti, dei missili e di tanti altri mezzi di distruzione. Un popolo che ha smesso di vivere una vita “normale” da tre anni.

Nel periodo di guerra sappiamo bene che viene istituita la legge marziale, con la sospensione dei diritti civili e politici. In base a questo, Zelensky ha espulso dal Parlamento tutti i deputati di opposizione, anche se questo atto non è previsto dalla legge marziale; ha inoltre chiuso tutti i canali di informazione non governativi e ha continuato a diffondere notizie che gli convenivano, sovente distaccate dai fatti e dalla verità.

Peraltro, al riguardo, dobbiamo sottolineare come tutti gli/le inviati/e occidentali hanno pappagallescamente ripetuto ciò che Zelensky propinava loro. E! vero che alcuni inviati si avvicinavano ai territori dove divampavano le lotte fra i due eserciti, ma restandone distanti.
Tutti gli/le inviati/e apparsi/e nelle televisioni, che parlavano nelle radio, che scrivevano sui giornali, che opinavano nei social e nei siti non potevano direttamente accedere ai fatti che accadevano negli scontri, ovviamente per non mettere la propria vita in pericolo. Dunque, da cosa apprendevano ciò che accadeva? Dalle informazioni che arrivavano dal Governo e segnatamente dal presidente della Repubblica ucraina; informazioni spesso false in partenza, che arrivavano direttamente ai popoli occidentali col crisma della falsità.

Quanto precede non è stata colpa degli/delle inviati/e, i/le quali però, ricordandosi dei doveri dei giornalisti, avrebbero dovuto palesare possibili versioni alternative a quelle che fornivano loro i mezzi di informazione governativi. Ma questo dubbio non ha mai sfiorato l’informazione che abbiamo ricevuto, anzi da essa trapelavano certezze che spesso non corrispondevano alla realtà.
Tutto questo è accaduto e oggi, quasi alla soglia del triennio da quella data fatale, lo scenario è cambiato totalmente perché è arrivato alla presidenza degli Usa, per la seconda volta, col numero quarantasette, Donald Trump.

Il presidente statunitense aveva già detto in campagna elettorale che appena eletto avrebbe chiuso in un giorno la guerra russo-ucraina. Notizie non controllate ci fanno sapere che sono in atto trattative affinché lui e Putin si parlino e decidano in quali termini concludere questa tremenda vicenda.
Non appena tale trattativa sarà avviata e ne sarà data notizia anche alla stampa occidentale, tutti potremo constatare, Zelensky compreso, che in questa vicenda egli ha contato quasi nulla.
Qualcuno potrebbe obiettare: cosa avrebbe dovuto fare il Presidente ucraino? La risposta è semplice e non semplicistica: avrebbe dovuto firmare immediatamente l’accordo di pace proposto all’inizio della guerra – pubblicato dalla rivista Foreign Affairs – cedendo quella parte del territorio ex-russo, perché questo è ciò che accadrà adesso, ma dopo tre anni di conflitto armato e con perdite irreversibili.

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