Zes Sicilia occidentale, subito 57 milioni per attrarre investimenti - QdS

Zes Sicilia occidentale, subito 57 milioni per attrarre investimenti

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Zes Sicilia occidentale, subito 57 milioni per attrarre investimenti

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martedì 25 Gennaio 2022

Carlo Amenta, commissario per le Zone Economiche Speciali della Sicilia occidentale racconta al QdS la sua strategia per il rilancio dell'economia e delle Zes.

Carlo Amenta è stato nominato commissario per le Zone Economiche Speciali, della Sicilia occidentale, dalla ministra per il Sud Mara Carfagna.  Amenta ha 46 anni, è commercialista e docente all’interno del dipartimento di Scienze economiche, aziendali e statistiche presso l’Ateneo palermitano. Presiede anche l’Osservatorio di Economia digitale dell’Istituto Bruno Leoni. Lo abbiamo intervistato.

Professore Amenta, come intende procedere per dare un rapido sviluppo alle Zone Economiche Speciali?

“In generale c’è già un impegno da parte del Ministero, attraverso l’Agenzia per la Coesione Territoriale, di dotare immediatamente i commissari di una struttura che sia pronta a gestire al meglio le Zone Economiche Speciali con la creazione di un portale per le richieste e l’attivazione di un sito mediante il quale gli investitori possano avere tutte le informazioni possibili. Questi sono i primi passi che ci permetteranno di iniziare a lavorare proprio sulla parte di attrazione e di investimenti”. ECCO QUANDO ATTENDERSI I PRIMI RISULTATI. CONTINUA LA LETTURA

In che tempi si attende i primi risultati?

“E’ un po’ presto per dare una risposta a questa domanda perché il primo passaggio sulle Zone Economiche Speciali è legato alla dotazione infrastrutturale. Sono previsti degli investimenti molto importanti, pari a circa 57 milioni di euro per la Sicilia occidentale, che riguardano i porti di Palermo e Termini Imerese e il retroporto di Trapani. Nel frattempo, io e il collega della Sicilia orientale lavoreremo per sviluppare in parallelo già le proposte di investimento ma i tempi sono anche legati all’orizzonte temporale del Pnrr, quello del 2026. Naturalmente noi ci auguriamo di fare prima anche sugli investimenti ma la dotazione infrastrutturale è fondamentale”.

Teme che possano nascere dei problemi a causa dell’emergenza sanitaria?

“Quello è un problema che riguarda un po’ tutti i comparti; da questo punto di vista io immagino che non incontreremo particolari difficoltà se non quella che le imprese, sia come investitori che come esecutori dei lavori, potrebbero incontrare. Il rischio potrebbe essere quello, già ravvisato anche sulla stampa nazionale, di un problema legato all’aumento dei costi degli appalti per gli interventi del Pnrr per la spinta inflazionistica a cui stiamo assistendo. Su questi ci sono già delle proposte di correttivo legate ad alcuni automatismi, noi ci adegueremo a quello che è poi l’indirizzo del Governo”.

Un messaggio di auspicio per questa nuova avventura?

“Certamente l’auspicio più grande è quello di riuscire ad attrarre investimenti nazionali, internazionali o locali, che portino sviluppo e posti di lavoro e soprattutto quello di riuscire a costruire un modello che metta insieme: rispetto rigoroso delle regole, legalità, efficienza e semplificazione. Se riusciremo a fare queste cose il nostro modello potrà essere esportato anche al di fuori delle Zone Economiche Speciali e quindi essere utile a tutta la regione”.

Roberto Pelos

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