Riqualificazione e sviluppo della Zona Industriale attraverso il dialogo tra imprenditoria, istituzioni e mondo universitario. Questa la tematica al centro del dibattito che si è svolto presso la sede BIC Sicilia organizzato dal Lions Club Catania. L’area della Zona Industriale ormai da decenni mostra non solo evidenti limiti ma anche tante, troppe carenze a livello infrastrutturale che non permettono il suo sviluppo al 100%. Una situazione che andrebbe risolta attraverso strategie mirate ma soprattutto dibattute insieme ai tanti imprenditori che vivono l’area e conoscono bene le difficoltà che incontrano ogni giorno.
Maiorana: “Servono collaborazione e pianificazione”
“La parte politica e quella imprenditoriale spesso e volentieri non dialogano quindi eventi come questo servono proprio per trovare un punto di contatto e cercare di coordinare la pianificazione dei lavori soprattutto qui alla Zona Industriale che servono da tanti anni” sono state le parole di Marco Maiorana, Presidente BIC Sicilia. Tante le problematiche tra cui la mancanza di un bene essenziale e necessario come l’acqua potabile, strade con buche, l’assenza di sorveglianza che favorisce furti continui, la manutenzione del verde ma anche la necessità di una toponomastica adeguata che spesso incide negativamente sulle consegne e, di conseguenza, su ritardi a catena.
“La zona industriale ha una dimensione di 1.600 ettari – ha continuato Maiorana – è grande quanto Acireale e deve essere trattata come una città quindi con tutti gli oneri e doveri. Mi auguro che ci sia veramente una collaborazione e che pubblico e privato possano prendersi a braccetto e fare una pianificazione insieme. Adesso che ci sono 50 milioni da investire credo che sia importante un confronto onesto tra esponenti della politica e imprenditori della zona industriale perché solo chi vive il territorio sa quale intervento è più urgente o necessario.”
Pogliese: “Tanti investimenti ma serve anche metodo”
L’incontro, dal titolo “Dal PUG al sistema di espansione delle zone industriali nell’area Metropolitana”, è stato aperto da Benedetto Torrisi, Presidente Lions Club ” Catania Riviera dello Ionio” che ha ribadito l’importanza di dialogare su una tematica cruciale per il rilancio del polo industriale attraverso il dialogo condiviso. A moderare la tavola rotonda il Presidente del Centro di Documentazione Ricerca e Studio sulla Cultura dei Rischi Antonio Pogliese: “Per Catania la Zona Industriale è un’eccellenza ma la concezione è ferma agli anni 60/70 con l’idea di collocare le imprese in una zona che si credeva fosse la soluzione migliore. Lo sviluppo di Catania passa attraverso una serie di aree che devono partecipare. Oggi le condizioni attuali sono favorevoli: ci sono molti investimenti ma manca la cultura del metodo. Non dobbiamo glorificarci ma dovremmo ragionare su dove siamo e dove vogliamo andare.”
Dialogo dunque per rendere la Zona Industriale non solo maggiormente attrattiva ma anche smart, sempre più in sintonia con la città e non marginale e abbandonata a sé stessa. “Vedo la Zona Industriale come un laboratorio siciliano che ne permette lo sviluppo dell’economia – ha dichiarato Giuseppe Manuele, Amministratore Unico Maplad Srl -. Dovrebbe essere un polo attrattivo di talenti e capitali con le multinazionali che ne sono la testimonianza. Come migliorarla? Con una cultura improntata sulla sostenibilità. Il concetto di Zona Industriale dovrebbe essere rivalutato, bisogna vederla come una parte globale dell’economia siciliana.”
Le carenze infrastrutturali, infatti, limitano l’insediamento e lo sviluppo delle imprese ma anche la crescita stessa non solo del polo ma dell’intera città e dell’isola come ha spiegato Massimo Cartalemi, Dottore Commercialista Esperto Zes: “Siamo in una fase piena di aiuti con una decina di bandi. Sulla Zona Industriale abbiamo destinato alcune risorse ma dobbiamo dare noi gli strumenti affinché le imprese sia contente di insediarsi in un territorio per far sì anche che il Pil della Sicilia cresca e che l’isola sia attrattiva con occasioni di sviluppo. Siamo una regione meravigliosa ma che ha grosse provincie in ritardo rispetto a Catania quindi dobbiamo lavorare tutti insieme per produrre Pil e ricchezza in tutto il territorio.”
La Greca: “Zona Industriale enorme e con tante carenze”
A concludere il dibattito è intervenuto Paolo La Greca, Ordinario di Tecnica e Pianificazione Urbanistica all’Università di Catania che ha insistito sulla carenza, a Catania, della cultura del metodo. “Le città devono diventare sempre più smart ma nell’evoluzione di una città diversa ci vuole partecipazione corale. La Zona Industriale è un’area enorme con carenze. Diventa necessario il lavoro infrastrutturale con un sistema di drenaggio delle acque a cui si aggiunge il problema dell’energia: bisogna organizzare nuove centrali di accumulo ma sono difficili da poter progettare in totale sicurezza e necessitano di un’attenta collocazione.”
In ultima analisi sono state sottolineate le grandi opportunità e le tante iniziative prossime. La Sicilia, per esempio, è luogo di passaggio di grandi cavi sottomarini e uno di questi, appartenente a Google, passerà proprio da Catania. Il suo insediamento in città sarà dunque un’occasione di sinergia importante: “Nel quadro di questa iniziativa, si vuole creare con Google un legame con l’Università di Catania per sviluppare competenze e capacità di risorse umane. Questo è l’esempio di come un sistema può diventare competitivo producendo nuove forme di riferimento.”

