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Ardizzone Gioeni, Lettera aperta, “L’Istituto catanese è dei ciechi”

Ardizzone Gioeni, Lettera aperta, “L’Istituto catanese è dei ciechi”

I ventisette primi firmatari, ex allievi, temono che uno degli atti amministrativi del Commissario “abbia il fine di affittare tutta la struttura a scuole per vedenti”. Tra i sottoscrittori il presidente nazionale dell’Uici, Barbuto. Domani la protesta dei tre disabili visivi costretti a lasciare la struttura

Una lettera aperta è stata indirizzata da ciechi e ipovedenti cresciuti nell’Istituto Ardizzone Gioeni di Catania al Commissario dell’Ipab Giampiero Panvini, nel timore che uno dei suoi ultimi atti amministrativi “abbia il fine di affittare tutta la struttura a scuole per vedenti e altre istituzioni”.

Nel documento si ribadisce sostanzialmente che l’Istituto è dei disabili visivi, oltre tremila e trecento solo nella Città metropolitana di Catania e dodicimila in Sicilia orientale.

Tra i ventisette primi firmatari della lettera aperta, il presidente nazionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti Mario Barbuto e il direttore generale Salvatore Romano, ma anche personalità come Alfio Pulvirenti, docente specializzato in Riabilitazione cardiologica a Roma, e i presidenti Uici di Enna, Santino Di Gregorio, Messina, Francesco Joppolo e Caltanissetta, Alessandro Mosca.

“Anch’io – ha spiegato quest’ultimo -, pur essendo di San Cataldo, nel Nisseno, sono cresciuto nell’Istituto Ardizzone Gioeni, al quale, come tanti ciechi e ipovedenti siciliani, devo la mia istruzione, la mia formazione. Con questa lettera aperta al Commissario dell’Ospizio dei ciechi, com’è chiamato a Catania, vogliamo lanciare un appello alla Società civile perché s’interroghi sulla destinazione, sull’uso di questo bene lasciatoci da un filantropo e che ora rischia di finire in affitto a scuole per vedenti”.

“Senza l’Ardizzone Gioeni – ha aggiunto Mosca – non ci sarebbero stati tanti avvocati, insegnanti, bancari, impiegati di concetto, fisioterapisti, centralinisti, operai specializzati non vedenti e ipovedenti. Noi vogliamo che i disabili visivi abbiano ancora queste opportunità”.

Domani, intanto, alle nove nel cortile dell’Istituto, in via Etnea 595 a Catania, attueranno una protesta i tre ospiti della struttura che dovranno essere allontanati perché, come scritto su un recente provvedimento, l’Ardizzone Gioeni “non risulta idoneo per non vedenti/ipovedenti”.

Nella lettera aperta si fa riferimento sia alla decisione di allontanare i disabili visivi, sia a quella di “negare il semiconvitto a un cieco che abita in provincia e deve studiare a Catania” e di “tergiversare nell’assegnare spazi all’Uici di Catania per fornire servizi ai ciechi”.

“Non si può – sottolineano i firmatari -, soprattutto, se nel frattempo si è firmata una convenzione con l’Ersu per ospitare studenti universitari vedenti e se si offrono i locali della struttura per manifestazioni come il Book Festival, ignorando la nostra magnifica biblioteca braille, o addirittura per il Festival della Birra”.

Il documento, nel quale si sottolinea come, da Statuto, l’Ardizzone Gioeni deve perseguire prima di tutto “educazione, istruzione, formazione professionale, riabilitazione, ricerca e assistenza di ciechi e ipovedenti” si conclude con un invito al Commissario affinché ricordi che Tommaso Ardizzone Gioeni e i tanti altri filantropi i quali hanno lasciato i loro beni all’Ospizio, “sognavano un’istituzione benefica che fornisse ai disabili visivi gli strumenti per vivere una vita dignitosa con pari opportunità e occasioni rispetto ai vedenti”.

La replica di Panvini

In relazione alla lettera aperta dell’Unione italiana ciechi, il commissario straordinario dell’Ipab “Ardizzone Gioeni”, dott. Giampiero Panvini, ha inteso precisare che:
Agli estensori sfuggono alcuni dettagli, proprio quelli che si sono rivelati determinanti ai fini delle condotte da me tenute. Innanzitutto,

In una nota di replica, Panvini spiega che “a seguito del sopralluogo eseguito dai Carabinieri dei Nas, che hanno mosso alcuni rilievi, ho chiesto al tecnico del nostro incarico di svolgere le funzioni di responsabile della sicurezza se allo stato attuale fossero garantite le condizioni di sicurezza per i nostri utenti. Il tecnico in questione ha relazionato a riguardo, facendo presente che non sussistono le condizioni di sicurezza per gli ospiti vedenti e ipovedenti, sollecitando con urgenza l’esecuzione di lavori di adeguamento alle prescrizioni del Vigili del fuoco. L’intervento dovrebbe concludersi in un mese circa”.

Panvini aggiunge che “agli stessi ospiti è stato offerto il pernottamento in altra struttura nelle immediate vicinanze sino a quando non si concluderanno i lavori in questione e indifferibili con la possibilità di frequentare l’istituto nelle ore diurne”.

“Sono costretto, dunque – conclude – a respingere al mittente l’induzione a sottrarsi agli obblighi di legge che proviene dalla lettera, laddove vengo invitato a non mandar via gli ospiti che, invece, godono di tutte le tutele che il caso richiede e impone”.