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Il segreto del voto

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domenica 31 Ottobre 2021

Ma perché oggi questo sistema di voto, che in passato era più limitato, è così usato? Perché i partiti non esistono più

La
legge Zan non è passata. È stata bocciata al Senato tramite il cosiddetto voto
segreto. È un sistema di voto che non permette di identificare chi vota e cosa
vota.

Per
cui coloro che affossano una norma, indipendentemente dalla posizione espressa
pubblicamente dal proprio partito, vengono chiamati “franchi tiratori”.

In
realtà è una contraddizione in termine, visto che essendo nascosti dal sistema
di voto, tutto possono essere tranne che franchi, cioè sinceri.

L’origine
del nome viene dal gergo militare, che definiva piccoli gruppi che sparavano
autonomamente rispetto alle posizioni in campo. Furono utilizzati nella guerra
Franco-Prussiana del 1870, e particolarmente usati dal contingente, l’esercito
dei Vosgi, di Giuseppe Garibaldi, che di guerre non se ne faceva scappare una.

Questa
modalità di voto è regolarmente prevista dai regolamenti delle Camere non è una
forzatura particolare. Ma a che serve? A consentire che un parlamentare voti in
dissenso al suo partito senza poterne essere identificato, e quindi sanzionato.
Il caso più eclatante, negli ultimi tempi, furono i 101 franchi tiratori che
affossarono l’ascesa di Prodi al Quirinale.

Ma
perché oggi questo sistema di voto, che in passato era più limitato, è così
usato? Perché i partiti non esistono più. Una volta erano il luogo di confronto
di idee politiche ed era ammessa anche la posizione contraria di un singolo o
di un gruppo. In maniera palese, senza segreti o maschere dietro cui
nascondersi. Si veniva eletti con il sistema proporzionale con le preferenze e
ciascun parlamentare era realmente rappresentativo di chi lo aveva
personalmente votato. E quindi poteva votare secondo la propria coscienza,
anche palesemente in dissenso al proprio gruppo parlamentare.

Si
chiamava democrazia rappresentativa. Dal 1994 in avanti, con leggi pseudo
maggioritarie, la prima fu il famoso Mattarellum, si viene cooptati dalle
segreterie di partito e non scelti dai cittadini. Infatti se si chiede al
singolo cittadino, chi è il senatore o l’onorevole che ha votato, per la
stragrande maggioranza, non si ottiene risposta. Pertanto il deputato eletto
così, deve esclusivamente ammaccare il bottone, che esprime il voto, che il
leader di turno ha indicato, pena l’esclusione dalle liste elettorali. Di fatto
i parlamentari diventano un gregge, non rappresentativo di nessuna vera parte
di cittadini, condotto al voto dal pastore capobranco, senza una coscienza di
quello che fanno, perché non la possono avere a meno di perdere il posto. L’unica
forma per votare diversamente dai diktat di partito è il nascondimento offerto
dal voto segreto.

A
proposito, i numeri dei partiti favorevoli alla legge erano, sulla carta, a
disposizione, quindi i franchi tiratori sono stati nel Pd e nei 5stelle oltre a
quelli di Italia Viva.

Giovanni Pizzo

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