Nuove infrastrutture per il rilancio economico - QdS

Nuove infrastrutture per il rilancio economico

Raffaella Pessina

Nuove infrastrutture per il rilancio economico

venerdì 31 Luglio 2009

Forum con Manlio Munafò, dirigente generale del dipartimento regionale Lavori pubblici

Il settore dei lavori pubblici è una delle note dolenti della Sicilia. Quali iniziative sta adottando in merito il vostro dipartimento?
“Ci occupiamo soprattutto dei lavori che fanno gli enti pubblici, perché fondamentalmente, a parte qualche ramo del dipartimento che si occupa direttamente di esaminare delle opere pubbliche, finanziamo, ad altri enti, fondi per la realizzazione di opere pubbliche nei più svariati settori. Il dipartimento dei lavori pubblici è formato da una sede centrale, che si trova a Palermo e da nove uffici periferici che sono i nove uffici del Genio civile e conta un totale di 991 dipendenti. Viceversa, l’ispettorato regionale tecnico conta oltre alla sede centrale palermitana, anche i dieci uffici Urega, per un totale di 296 dipendenti. L’ispettorato tecnico regionale ha più che altro funzioni di controllo tecnico, sulla esecuzione delle opere che si vanno a finanziare, quindi è trasversale su tutta l’amministrazione regionale. Oltre a quest’attività di controllo che coinvolge la maggior parte delle strutture dipartimentali, c’è un’attività propria di progettazione e direzione dei lavori sui beni demaniali, soprattutto edifici. Come ufficio centrale operiamo su Palermo e zone limitrofe, mentre per le zone delle province deleghiamo gli uffici del genio civile, per ovvi motivi di territorialità. Oltre a questo, l’ispettorato generale esamina e da pareri sulle acquisizioni di beni e servizi, effettua analisi sui prezzi e sulle predette acquisizioni. Da quattro anni a questa parte inoltre ha acquisito le competenze degli uffici regionali per l’espletamento delle gare di appalti (Urega). Sono uffici importantissimi per le funzioni che svolgono perché espletano le gare d’appalto di importo superiore a un milione ed 250.000,00 euro. Questa impostazione degli  Urega era nata con la legge 10 del 1993 e siamo riusciti a mettere a punto anche i meccanismi regolamentari per far si che si accentrassero le competenze dell’espletamento delle gare d’appalto in questi nove uffici provinciali più quello centrale palermitano. è stato un percorso difficoltoso, anche perché all’inizio era stato visto con qualche diffidenza da parte degli enti locali, perché si trovavano  e si sentivano defraudati di loro prerogative, ma poi si sono adeguati volentieri perché si è raggiunta una eccellente uniformità delle procedure e gli stessi appaltatori si sono dichiarati soddisfatti delle procedure stesse. Da specificare che gli enti locali hanno la possibilità di partecipare  con un loro rappresentante all’interno della commissione di gara”.
Perchè si è verificato nel primo semestre di quest’anno il crollo degli appalti?
“Si è trattato di un crollo fisiologico, dovuto al periodo di transizione tra il vecchio al nuovo programma operativo (Por). Per quanto riguarda la chiusura del  vecchio programma operativo devo dire che il dipartimento dei lavori pubblici, con le tre misure che gestiva, è andato in overbooking in tutte e tre; andando a supporto di altri  dipartimenti che si sono trovati in difficoltà e, non hanno utilizzato tutte le somme disponibili”.
Qual è lo stato attuale riguardo la spesa dei fondi di Agenda 2000?
“Sono state pubblicate notizie sui giornali riguardo ad un avanzo di cento milioni di euro. La cifra non può essere ancora confermata perché i risultati li avremo a giorni quando i sistemi informativi riusciranno a recepire tutti i dati che man mano venivano immessi fino alla fine spesa che è stata il 30 giugno 2009. Poi c’è stato il tempo materiale per la rendicontazione e l’immissione dei dati.  Si spera  che la perdita sia inferiore alla cifra dei 100 milioni di euro di cui si è parlato in questi giorni. Nel vecchio Programma operativo le maggiori spese sono state fatte nel 2008, mentre il programma operativo 2007/2013 ha avuto qualche difficoltà. Stiamo cercando di far riprendere questo tipo di attività”.
 

 
Qual è la situazione della rete stradale siciliana? Quali i progetti futuri?
“Sono stati messi in circolo altri cento milioni di euro con i piani della viabilità provinciale. Dietro una presentazione dei progetti da parte del Territorio, insieme al ministero delle Infrastrutture, abbiamo varato dei piani che dovrebbero servire a migliorare e ad innalzare la sicurezza delle strade cosiddette secondarie. I nostri riferimenti dal punto di vista di enti finanziati sono gli enti provinciali. E qui la spesa è di circa 101 milioni di euro. Di queste opere stanno già pervenendo i progetti esecutivi, ed i tempi per l’appalto dovrebbero essere abbastanza brevi. E, essendo questa una di quelle  misure che ricadono all’interno del programma operativo di nostra competenza, speriamo entro la fine dell’anno di rendere operativa questa spesa. Inoltre lo Stato ha messo a disposizione delle province, su scala regionale, altri 350 milioni di euro. Raggiungiamo così la cifra di 450 milioni di euro per la viabilità. Inoltre vi sono i cantieri che sta attivando l’Anas per realizzare arterie importanti per una spesa di circa 4 milioni di euro, su un piano decennale di lavori. Di questi fondi  una quota considerevole è fornita dalla Regione siciliana, che gira all’Anas fondi che gli provengono dallo Stato e dall’Unione Europea e che creano opportunità di lavoro sul territorio aumentando il livello dell’ infrastrutturazione della rete stradale siciliana, che è correlata allo sviluppo dell’economia anche turistica. Ad ottobre l’intera arteria sarà completamente funzionante. Inoltre si tratterà di infrastrutture “amiche dell’ambiente”, con tecnologie eco-compatibili quali gli impianti di illuminazione fotovoltaici”.

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