La Sicilia non è un paese per giovani (e bravi) manager - QdS

La Sicilia non è un paese per giovani (e bravi) manager

Liliana Rosano

La Sicilia non è un paese per giovani (e bravi) manager

martedì 02 Ottobre 2012

Lo rivela il dossier di Manageritalia, la federazione nazionale dei dirigenti e professionisti privati. I capi d’azienda sono 1.709 in tutta l’Isola. L’età media è di 49,8 anni

PALERMO – La Sicilia non è un paese per giovani. A diventare dirigente nelle aziende private siciliane sono in pochi e di età media paria a 49,8 anni. Lo rivela un rapporto di Manageritalia, la federazione nazionale dei dirigenti e professionisti, che ha curato un dossier sui dirigenti privati nelle regioni italiane mettendo i dati nazionali a confronto con quelli europei. Abbiamo la classe dirigente più vecchia d’Europa: 59 anni è, secondo il recente rapporto Coldiretti l’età media di chi è ai vertici in politica, economia e pubblica amministrazione. Ma, come dice il rapporto, questo non vale per i dirigenti privati. Infatti è di 53 anni l’età media degli amministratori delegati delle società quotate in borsa e ,secondo un rapporto Manageritalia, di 48 anni quella dei 123mila dirigenti privati.
Il rapporto Manageritalia evidenzia, un interessante e dettagliato spaccato dei dirigenti privati della penisola. Età media 48,6 anni, 49 per gli uomini e 46 per le donne. La regione con l’età media più bassa è la Calabria (46,9), subito seguita da Lombardia (47,8%), poi Lazio (48,5), Piemonte (48,8) e Veneto (49,1) e a fondo classifica Valle d’Aosta (51,1) e Sardegna (51,3). Il Nord ha l’età media più bassa (48,4) e il Mezzogiorno quella più alta (49,7), quelli, pochi (1.366), che lavorano all’estero con contratto italiano (48,4 anni).
A livello provinciale l’età media più bassa è, sempre al Sud, in Calabria a Catanzaro (44 anni), seguono Vibo Valentia (46,6), Agrigento (46,7), Pescara (46,9), Vercelli (47) e poi, sesta, arriva Milano (47,4), più in giù Roma (48,4), Verona e Torino (48,6), Bologna (49,2), Firenze (49,4), Napoli (50,4). Agli ultimi due posti Sondrio (52,4) e Sassari (52,7).
La spiegazione della posizione della Calabria, di Catanzaro e alcune zone del sud è riconducibile al fatto che i dirigenti sono quasi assenti al Sud, dove ci sono spazi solo nelle sedi locali di grandi aziende che lontano dai centri di comando sono appannaggio di giovani manager o in alcune aziende medio-piccole dove tra i manager sono presenti in alcuni casi anche familiari dell’imprenditore. Ad abbassare l’età media incide anche la fuga dal sud dei giovani dirigenti che per fare carriera devono cercare sbocchi altrove.
In Sicilia ci sono in tutto (dati 2010 su dati Inps) 1709 dirigenti privati, così distribuiti: 91 ad Agrigento con un’eta’ media di 46,6 anni, 10 ad Enna dove l’età media è di 47,5 anni, mentre a Messina a capo delle aziende ci sono 162 manager di eta’ media pari a 48,6.
Sale l’età media a Siracusa dove i capi delle aziende private sono 180 e in media hanno 48,7 anni e a Catania. Nel capoluogo etneo ci sono 415 manager con età media di 49,8 mentre a Trapani l’età sale a 49,9 e i manager sono 52.
Cinquanta a cifra tonda è invece la media delleta’ dei manager ragusani mentre a Caltanissetta e provincia i 71 manager hanno in media 50,3 anni. Palermo scivola in basso alla classifica provinciale di Manageritalia per capi più attempati: sono in tutto 679 con eta’ media di 50,8 anni.
Si conferma quindi che per i dirigenti privati non esiste alcun problema di vecchiaia o immobilismo. «In ogni caso – chiude Carella – i dirigenti privati hanno da sempre e oggi ancor più una professione talmente sfidante che è difficile si rischi l’invecchiamento. Basti pensare che ogni anno il 20% cambia o perde l’incarico e che ogni dieci anni il 50% dei dirigenti privati si rinnova, non c’era dieci anni prima. Insomma, un ricambio a prova di invecchiamento. E purtroppo spesso si esce – solo in alcuni casi per scelta, quasi mai per demerito – e non si rientra per un’economia con una presenza manageriale nelle aziende ancora troppo scarsa e anche per questo incapace di crescere».

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