I partiti si spartiscono solo la metà dei voti - QdS

I partiti si spartiscono solo la metà dei voti

Carlo Alberto Tregua

I partiti si spartiscono solo la metà dei voti

sabato 09 Febbraio 2013

Disgusto degli elettori per i senza-onore

Il disgusto degli elettori per i professionisti della politica, incapaci di mantenere le promesse e la parola data, sta raggiungendo in questa campagna elettorale i massimi livelli.
Sembra che un quarto non andrà a votare; molto numerosi sono ancora gli elettori indecisi se andarci o meno.
Se a questi si aggiungono anche i voti cosiddetti “di protesta”, ne consegue che tutti i partiti politici che fanno campagna elettorale tentano di captare la benevolenza dei restanti elettori, che si stima non siano più della metà, per spartirsene il consenso.
Ulteriore conseguenza, se così risulterà la mappa del nuovo Parlamento, è la sua delegittimazione politica e popolare, seppur legalmente valido, perché i cittadini che avranno espresso con compiutezza la propria volontà saranno approssimativamente cinque su dieci.

È grave che nessuna forza (debolezza) politica stia riuscendo ad intercettare il diffuso dissenso verso la partitocrazia, espresso per un verso o per l’altro. Neanche la neo lista Scelta civica Monti per l’Italia, anche per l’impossibilità di bene organizzare la campagna elettorale su tutto il territorio nazionale, potrà acquisire consensi che le permetterebbero di governare.
Questo dispiace perché il Professore è persona perbene, capace e corretta, che non è stata in condizione di fare le riforme necessarie per tagliare la spesa pubblica e impedirle il suo aumento, frutto di improvvide leggi approvate dai governi Prodi e Berlusconi.
Dispiace ancor più che in Sicilia non abbia avuto la possibilità di colloquiare con gli elettori per ottenerne il consenso.
Fra poco più di tre mesi, in tutta Italia si svolgeranno le Amministrative e, per quanto riguarda Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e molte altre città, Monti dovrà rapidamente individuare dei candidati credibili, fuori dal mondo dei senza-onore che hanno rovinato i territori.
È proprio l’assenza di mea culpa l’aspetto più negativo di questa campagna elettorale: dinosauri che hanno gravi responsabilità ancora ci inondano del loro bla bla bla.
 

Berlusconi usa gli argomenti affascinanti ma irrealizzabili della restituzione dell’Imu sulla prima casa, relativa al 2012, della eliminazione della stessa Imu nel 2013 e il condono tombale pro evasori, confermando ancora una volta che essi votano volentieri il Cavaliere.
Bersani, dal suo canto, e Monti dall’altro, parlano di inserire franchigie sulla prima casa, indicando genericamente come fonti di entrate sostitutive la lotta agli evasori che di per sé non può essere sufficiente a coprire i buchi di bilancio ancora vistosi nel 2013.
Ricordiamo che quest’anno bisognerà raggiungere il pareggio di bilancio, non in via tassativa, mentre nel 2014 entra in vigore l’art. 81, comma 4 della Costituzione che obbliga al pareggio di bilancio, la cosiddetta Golden rule.
Ricordiamo ancora che secondo l’Europlus del marzo 2011 e il Fiscal compact del marzo 2012 , il bilancio dello Stato dovrà prevedere la riduzione del debito pubblico.

Il Trattato di Maastricht (7 febbraio 1992) prevede che il debito di ognuno dei 17 Stati membri dell’Eurozona non possa superare il 60 per cento del Pil. In atto la Grecia è vicina al 160 per cento, l’Italia è vicina al 130 per cento, mentre tutti gli altri partner europei sono al di sotto del 100 per cento.
I due citati Accordi prevedono che il surplus di debito pubblico debba essere ridotto tassativamente in venti anni. Come dire che mille miliardi devono essere tagliati a fette di 50 miliardi all’anno.
Cavoli amari per il Governo che uscirà dalle elezioni, che dovrà raggiungere contemporaneamente i due obiettivi del pareggio di bilancio e della riduzione di 50 miliardi per anno del debito pubblico.
Riteniamo che Berlusconi non possa vincere queste elezioni, però in relazione ai suffragi ottenuti potrà avere un potere di interdizione. Non crediamo che Bersani possa vincere al Senato, colpito fortemente dalla vicenda del Monte dei Paschi. Monti, dal suo canto, ha detto che non farà la stampella di nessuno. Un rebus che al momento non presenta soluzione, che forse c’è: rivotare, come in Grecia.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017