Per favore, Crocetta si occupi della crescita - QdS

Per favore, Crocetta si occupi della crescita

Carlo Alberto Tregua

Per favore, Crocetta si occupi della crescita

mercoledì 03 Aprile 2013

Impegno a tempo pieno del presidente

Il Pil nazionale 2008-09-10-11-12 è retrocesso dell’8,1 per cento. Lo comunica il rapporto dell’Istat. I debiti della Pubblica amministrazione sono stati stimati in 90 miliardi, ma forse sono 110. Il governo Monti traccheggia per emettere il decreto che consenta l’erogazione dei primi 20 mld nel secondo semestre 2013, con riserva di pagare altri 20 mld nel 2014.
La Sicilia è andata indietro nello stesso periodo di quasi il 10 per cento, mentre i debiti delle Pubbliche amministrazioni nell’Isola superano i 6 mld.
Il risultato che citiamo è disastroso, perché il basso reddito pro capite dei siciliani, circa la metà di quello dei lombardi, è ulteriormente calato. La situazione si è aggravata, ovviamente, con l’aumento del numero dei disoccupati, soprattutto fra i giovani, con l’incremento delle cancellazioni delle imprese dagli albi camerali,  con la scarsa innovazione nel tessuto agricolo, in quello industriale, dei servizi e dell’energia, nonchè con un tasso infrastrutturale da Terzo Mondo.

Di fronte a questo scenario, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, continua ad utilizzare le proprie energie per ruotare personale, revocare deleghe ad assessori, nominare nuovi assessori, fare propaganda elettorale per le elezioni nazionali, prepararsi alla campagna elettorale per le prossime Comunali e via elencando.
Non sappiamo se egli non si renda conto della gravità dei problemi che sono sulla testa dei siciliani, oppure se faccia finta di non saperlo occupandosi d’altro. In entrambi i casi la fotografia è chiara.
A distanza di quattro mesi dall’inizio della XVI legislatura, l’unica novità (positiva) è stata l’approvazione della legge per la trasformazione delle Province regionali in Consorzi di Comuni, in ossequio all’art. 15 dello Statuto siciliano, dopo una battaglia ultradecennale che il QdS ha condotto sulla materia. Non vogliamo vantare meriti, ci basta che la legge sia stata approvata col beneplacito del Commissario dello Stato, prefetto Aronica.
Ma i dieci principali macigni che gravano sulla Sicilia, più volte pubblicati, non sono stati affrontati, mentre urge che vengano disposti gruppi di dirigenti regionali in apposite task force per formulare progetti e cronoprogrammi di realizzazione.
 

Nel sostituire i prestigiosi e magnifici assessori Battiato e Zichichi, Crocetta sta per nominare una professionista dei Beni culturali nella persona dell’archeologa siracusana Mariarita Sgarlata e l’albergatore Antonio Presti al Turismo. Entrambi avranno il compito di impostare una politica indispensabile per attrarre almeno cinque milioni di nuovi visitatori (con pernottamenti) nei prossimi dodici mesi.
È inutile che ci giriamo attorno. I problemi si risolvono se le branche assessoriali e amministrative vengono affidate a veri professionisti e non a chi s’improvvisa competente.
Crocetta dovrebbe pensare, da mattina a sera e da sera a mattina, come far crescere il Pil della Sicilia e, conseguentemente, come generare decine di migliaia di opportunità di lavoro, dipendenti ed autonome. Questa dovrebbe essere la sua stella polare. Un tragitto verso di essa, con le idonee gambe professionali per essere percorsa.

Il come fare è stato da noi suggerito decine di volte. Lo stesso dicasi del cosa fare. Quando farlo: immediatamente. Ogni minuto che si perde fa peggiorare la già grave malattia della Sicilia. L’assistenzialismo sociale, che non è assistenza sociale, l’assunzione dei precari, che non è l’assunzione di gente preparata perché non ha fatto i concorsi, il mantenimento di stipendi e prebende diversi, proporzionati alla produzione di servizi e ai risultati conseguiti, il diffuso clientelismo e la sempre maggiore corruzione sono elementi che vanno affrontati con forza e tempestività.
Crocetta deve dare un messaggio di cauto ottimismo per fare passare vasti strati della popolazione dalla disperazione alla fiducia di un futuro migliore dell’attuale. Deve supportare questo messaggio con atti concreti e progetti realizzabili nel medio e breve periodo.
Un impulso immediato va dato alla spesa di tutti i fondi europei inutilizzati e all’apertura dei cantieri per opere pubbliche, messi a binario morto, inopinatamente, da Regione, Comuni ed altri enti.
L’indirizzo è chiaro. Dai prossimi atti e comportamenti del presidente della Regione capiremo se egli ha la volontà di ribaltare la vecchia politica o se è uno dei soliti parolai, non importa di quale settore politico.

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