Da riferimento per lo sport cittadino a monumento all’incuria e al degrado - QdS

Da riferimento per lo sport cittadino a monumento all’incuria e al degrado

Vincenza Grimaudo

Da riferimento per lo sport cittadino a monumento all’incuria e al degrado

sabato 04 Maggio 2013

Gli sportivi (e non solo) chiedono interventi per il recupero dello stadio comunale La Franca

PARTINICO (PA) – Un impianto sportivo all’avanguardia, con duemila posti a sedere, seggiolini, tribuna stampa, pista di atletica e un megaparcheggio. Un vero e proprio simbolo degli anni Ottanta, gloriosi per la città dal punto di vista sportivo, in particolare per il calcio, con la squadra di casa in lotta per conquistare la serie C (un enorme traguardo per un paese di 30 mila anime). Oggi, a distanza di trent’anni, il mondo sembra essersi capovolto attorno allo stadio comunale Giuseppe La Franca: squadra locale sprofondata negli abissi dei dilettanti, struttura totalmente obsoleta e opere pubbliche diventate una cattedrale nel deserto. Questo il triste epilogo per un impianto che in realtà versa in tali condizioni già da oltre dieci anni.
Il Comune ha goduto per molto tempo di proroghe temporanee da parte della Commissione Pubblici spettacoli per la fruizione dei posti a sedere, nonostante il pericolo statico che è stato evidenziato. Ma di proroga in proroga il tempo è trascorso e la Prefettura di Palermo non ha più rinnovato l’autorizzazione. Così le partite casalinghe la squadra di calcio locale, il Partinicaudace, deve giocarle senza spettatori, in un silenzio davvero surreale. Come surreale è ormai lo stato di una struttura diventata quasi fantasma.
Appena entrati all’interno dell’impianto il colpo d’occhio, in negativo, è davvero impressionante. Guardando le gradinate sono evidenti delle crepe – in alcuni punti si intravedono anche i ferri dell’armatura arrugginiti – e i seggiolini sono in buona parte mancanti o distrutti da continue incursioni vandaliche. Recentemente il movimento “Cambiamo Partinico” ha organizzato un’iniziativa di sensibilizzazione effettuando un sopralluogo all’interno dell’impianto: “La sporcizia e l’umidità – hanno affermato gli esponenti dell’organismo civico – sono uno spettacolo quotidiano. Il campo è ormai un orto, nel senso che è scomparso il prato verde e c’è solo pietrisco e sabbia. La pista dello stadio La Franca ha ormai tutte le caratteristiche adatte a farne un bacino artificiale di raccolta delle acque piovane. Un tempo si facevano anche le telecronache delle partite, ma il gabbiotto destinato alla stampa è cadente e quindi altrettanto inagibile. Gli spalti, ormai, sono distrutti e inagibili”.
In tanti gridano allo scandalo anche perché l’opera pubblica porta il nome di Giuseppe La Franca, il bancario in pensione che nel 1997 venne assassinato dalla mafia per essersi ribellato alla prepotenza delle cosche mafiose locali che gli volevano sottrarre i terreni di proprietà.
Tornando alle condizioni dell’impianto, come accennato dagli stessi rappresentanti, la pista di atletica è in condizioni disastrose: piena di buchi, con un tappetino oramai ampiamente usurato che rischia anche di diventare pericolosa per chi la utilizza. Quando piove, poi, a causa delle buche e degli avallamenti, diventa impraticabile perché si formano enormi acquitrini.
Capitolo a parte quello legato all’impianto d’illuminazione, anche questo da anni fuori causa. Il Comune, dopo tante polemiche, si è attrezzato per limitare i disagi installando dei faretti nell’area centrale dello stadio, ma questi sono spesso fulminati e la manutenzione non è certo all’ordine del giorno.
“Allenarsi in queste condizioni – ha lamentato il presidente del Partinicaudace, Marcello Lombardo – è davvero impossibile, tanto che la squadra spesso è costretta a utilizzare l’impianto al buio. Credo che non sia tollerabile una situazione del genere”.
Altro paradosso è quello che si consuma appena fuori l’impianto: al servizio dello stadio, infatti, fu costruito, a un centinaio di metri di distanza, un megaparcheggio costato una decina di miliardi delle vecchie lire. “Oggi è in totale disuso – ha denunciato Toti Costanzo di Rifondazione comunista – ed è utilizzato dal Comune come autoparco per il ricovero dei mezzi dell’Ato rifiuti e alcuni di proprietà dello stesso Ente”. E non solo: dentro vi sono anche le campane per la raccolta differenziata e i contenitori dismessi per i rifiuti indifferenziati. Storie di degrado e sprechi infiniti.
 

 
L’amministrazione Lo Biundo: “Solo accuse strumentali”
 
PARTINICO (PA) – L’amministrazione comunale non ci sta e replica alle polemiche sollevate sull’abbandono dello stadio La Franca. “Si ragiona strumentalmente solo per fini politici – ha affermato il sindaco Salvo Lo Biundo – e questo non aiuta certo a risolvere i problemi. Lo stadio si trova in queste condizioni da una quindicina d’anni e per risistemarlo servirebbe un intervento strutturale di milioni di euro. Come amministrazione abbiamo presentato due progetti sugli impianti sportivi. Uno da 2 milioni di euro presso il Coni, giudicato finanziabile, e per il quale si aspetta il via libera ai bandi da parte della Regione. L’altro con la misura di finanziamenti europei dei Pist, per un Palazzetto dello sport polivalente in Contrada Margi, in un bene confiscato alla mafia, che è già arrivato alla fase di progettazione esecutiva ed è stato giudicato ammissibile al finanziamento. Si aspetta solo il decreto di stanziamento da parte di Palazzo D’Orleans”.
Secondo quanto sostiene il governo cittadino lo stadio era impraticabile già da qualche anno e anzi le cose ultimamente sarebbero: “Il rettangolo di gioco – ha osservato il primo cittadino – è stato oggetto di manutenzione nei mesi scorsi, con un intervento concordato con la società del Partinicaudace, di spianatura in terra battuta, tanto da essere riconosciuto regolamentare dalla federazione calcistica per ospitare gli incontri di Promozione. Inoltre, siamo intervenuti anche sugli spogliatoi. Abbiamo riattivato in economia l’illuminazione serale per permettere la fruizione dello stadio anche dopo il tramonto. Le risorse sono poche e con queste poche risorse siamo costretti a muoverci. Gli altri fanno spot elettorali”.

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