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Messina – 2.000 famiglie vivono ancora nelle baracche

Francesco Torre

Messina – 2.000 famiglie vivono ancora nelle baracche

venerdì 09 Agosto 2013

Risanamento fallito, Accorinti tenta nuove strade. In 900 chiedono un alloggio, ce ne sono solo 50 disponibili.

Messina – Nel momento in cui scriviamo le famiglie De Tommaso, Ferrara e D’Arrigo hanno completato la loro prima settimana di soggiorno a Palazzo Zanca. Sui divanetti al primo piano. La loro protesta ancora non ha avuto alcun esito, se non quello – importantissimo – di accendere nuovamente i riflettori sul risanamento. Un tema di grande sensibilità sociale, se si pensa che ancora un paio di migliaia di famiglie in città vivono in baracche, e che a fronte di decenni di speculazione politica sull’argomento i risultati ottenuti dalle precedenti amministrazioni sono stati quasi inesistenti.
La Giunta Buzzanca, per esempio, nel 2008 aveva fissato il proprio obiettivo in 231 alloggi da consegnare in cinque anni. Il giorno delle proprie dimissioni, però, dopo quattro anni dalla promessa elettorale l’ex sindaco aveva completato solo l’acquisto di 74 alloggi privati, mentre sul versante delle nuove costruzioni non aveva consegnato nemmeno un appartamento. In pratica, con i tempi dell’amministrazione Buzzanca, il problema delle baracche messinesi sarebbe stato risolto in 120 anni!
Raccogliendo una pesante eredità, la nuova Giunta ha già iniziato a prendere delle decisioni, come quella di sospendere in autotutela l’ultima graduatoria di assegnazione degli alloggi popolari (ed è questo il motivo che ha guidato la protesta delle tre suddette famiglie fin dentro il Municipio), in quanto dall’esame delle prime 200 richieste arrivate è risultato che il 95% delle stesse riportasse dichiarazioni mendaci. Un fatto gravissimo anche sotto il profilo penale, che ha di fatto temporaneamente sospeso qualsiasi procedura di assegnazione e che ha anche generato l’apertura di un’indagine di verifica da parte della polizia giudiziaria. Chi ha dichiarato il falso, insomma, potrebbe avere pesanti conseguenze.
Sulla vicenda sono intervenuti due assessori della nuova Giunta, Nino Mantineo con delega ai Servizi sociali e Bruno De Cola, sulle cui spalle pesa il nodo Risanamento. Il primo ha cercato sin da subito una mediazione con le tre famiglie installatesi nei corridoi del Comune, proponeendo soluzioni temporanee (case alloggio) che sono però state risolutamente rifiutate. Il secondo, annunciando con estrema schiettezza che a fronte di 900 richieste di assegnazione in graduatoria (di cui comunque bisognerà capire quante saranno valide) la disponibilità immediata del Comune sia solo di 50 alloggi.
Per provare a chiudere la ferita delle baracche, mediaticamente umiliante per l’intera cittadinanza, Accorinti è comunque andato nuovamente nei giorni scorsi a Palermo per reclamare i 40 milioni promessi da Crocetta a fronte, però, di progetti immediatamente cantierabili. Ma ce ne sono? Gli uffici comunali e l’Iacp hanno lavorato in questo senso negli anni? Rispondere a questa domanda potrebbe significare ricevere l’ennesima sorpresa negativa.


In Consiglio. Sbloccare velocemente la graduatoria

Messina – “Non abbiamo 700 case”. Con le braccia aperte, l’assessore Bruno De Cola ha parlato alle tre famiglie che da una settimana vivono a Palazzo Zanca, evitando di alimentare promesse e di scatenare una guerra tra poveri. In tema di sensibilità e di approccio al problema lo scarto tra i nuovi e i vecchi amministratori è abissale. Speriamo lo siano anche i risultati.
Sull’onda della polemica, comunque, anche il Consiglio comunale ha inteso reclamare il proprio ruolo. Carreri dei Dr, per esempio, ha rammentato di come il risanamento sia sempre stato utilizzato dai partiti per ottenere consenso. Nina Lo Presti di Cambiamo Messina dal Basso ha invece presentato un’interrogazione consigliare per chiedere severi provvedimenti nei confronti di chi ha dichiarato il falso per entrare in graduatoria ma di procedere senza indugi verso un veloce sblocco della stessa.

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