Come spiega Foss-Smith, infatti, ad indicare l’esistenza di un incendio o di un principio d’incendio sono soprattutto tre indizi.
Il primo è un cambiamento inaspettati nella topografia della discarica, notato soprattutto attraverso comparazioni volumetriche "taglia e riempi" tra rilevamenti topografici sequenziali.
Una volta che l’incendio viene sospettato, la conferma può essere ottenuta eseguendo una scansione termica planando sopra il sito durante le prime ore del mattino. Anche se c’è da dire che questa procedura ha il limite di fornire una panoramica completa solo di quanto avviene in superficie, e non all’interno della massa dei rifiuti, in profondità.
LONDRA – Gli incendi in discarica includenti un’alta percentuale di copertoni possono diventare incontrollabili e difficili da estinguere in pochi minuti (va ricordato infatti che la gomma e la plastica derivano dal petrolio). Uno pneumatico in fiamme, tra l’altro, per via della sua forma può essere immerso completamente in acqua per 15 secondi e riprendere ancora a fuoco quando viene esposto nuovamente all’aria.
In linea generale le tattiche per estinguere gli incendi di rifiuti solidi urbani normalmente si basano sulle seguenti opzioni: fuori dal sito si ricorre alla cosiddetta "riorganizzazione" ("overhaul"), ossia a scavo e spegnimento. All’interno del sito, invece, si ricorre al sotterramento e all’iniezione di gas inerti usando azoto liquido o diossido di carbonio.
Per l’estinzione degli incendi situati all’interno della massa dei rifiuti, la tecnica più utilizzata è il trattamento criogenico. La criogenia si occupa dello studio, della produzione e dell’utilizzo di temperature molto basse, normalmente sotto i -150 °C, e del comportamento dei materiali in queste condizioni: in pratica, per riuscire a spegnere gli incendi intestini, il terreno viene congelato attraverso l’inezione e la successiva estrazione di azoto liquido o, in alternativa, di acqua o schiuma (La parola criogenico deriva, infatti, dalla combinazione dell’aggettivo greco "kryos", "freddo", e del sostantivo greco "ghenos", "nascita").
Al di fuori del sito i metodi richiedono un alto livello di capacità e coraggio da parte degli operatori dell’impianto, nonché di supporto professionale da parte di pompieri, specialisti di salute e sicurezza, ingegneri geotecnici e simili.
LONDRA – La denuncia di Foss-Smith è rivolta soprattutto agli organismi che rilasciano le licenze per la gestione delle discariche, i quali purtroppo finora hanno dimostrato una grave misconoscenza del loro ruolo nella riduzione dei rischi d’incendio in discarica; e, conseguentemente, anche agli operatori di tali siti e ai servizi di emergenza che dovrebbero riuscire a far fronte a situazioni del genere con le dovute competenze, cosa che purtroppo non sempre è avvenuta, e ne abbiamo avuto una dimostrazione più che tangibile in Sicilia nell’Agosto del 2012, dove all’interno della discarica di Bellolampo, in provincia di Palermo, c’è stato un incendio che è durato una settimana.
Secondo l’esperto inglese, i mezzi per ridurre gli impatti ambientali e finanziari di un incendio devono essere incorporati all’interno della pianificazione tecnica, logistica e procedurale del sito. I costi tangibili e intangibili di un incendio possono, infatti, essere significativamente ridotti da una pianificazione precoce: ragionevoli condizioni di licenza del sito incorporanti clausole per evitare gli incendi e della loro individuazione; la presenza di accessori per la soppressione di incendi (acqua immagazzinata, scorte di minerali granulari, etc); regimi operativi progettati per individuare e comprendere eventuali cambiamenti all’interno del sito, nella topografia, nella temperatura, nei gas, etc; alti livelli di osservazione, sicurezza e manutenzione; la presenza di una squadra per gli incidenti, di un piano di controllo, di visite occasionali del sito e di impianti a noleggio potenzialmente utili; e, infine, l’esistenza di mezzi materiali per far fronte a emergenze di questo genere, ossia, scavatori con braccia meccaniche estese, pompe, schiuma, torrette di illuminazione e strumenti manuali come rastrelli, scavatori a cucchiaio, equipaggiamento di soccorso e videocamere per raccogliere evidenze.
La diagnosi precoce e il trattamento degli incendi nelle discariche è essenziale se si vogliono minimizzare i costi per il mantenimento di questi siti. L’autorità che rilascia la licenza per l’apertura e la gestione delle discariche dovrebbe richiedere come "conditiones sine quibus non" la disponibilità di risorse per il monitoraggio continuo del sito e per il trattamento dei materiali in esso contenuti. Inoltre, è sempre compito della stessa autorità verificare continuamente che tutte queste condizioni vengano sempre rispettate, il che significa, quindi, che chi apre e gestisce una discarica deve avere una squadra di geologi, fisici, chimici, tossicologi, tecnici, operatori preparati e tutti gli strumenti analitico-operativi sopracitati per 365 giorni all’anno.