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Palermo – Personale: la fine delle favole l’unica strada è tagliare i costi

Gaspare Ingargiola

Palermo – Personale: la fine delle favole l’unica strada è tagliare i costi

sabato 09 Novembre 2013

Per il Comune è indispensabile una ridistribuzione delle risorse umane che segua il Piano aziendale. Dai dipendenti Gesip ai precari, un esercito che la Pa non può più sostenere

PALERMO – Con la conversione nella legge n. 125 del 30 ottobre, il decreto n. 101 del 31 agosto sulla pubblica amministrazione, a firma del ministro Gianpiero D’Alia, è entrato ufficialmente in vigore. E ha segnato, nei fatti, una brutta battuta d’arresto per le speranze dei lavoratori della Gesip e dei 650 precari del Comune di Palermo che a questo decreto si aggrappavano, insieme agli altri 20 mila precari degli Enti locali siciliani, per avere certezze sul proprio futuro lavorativo.
 
Dal decreto D’Alia sono spariti, infatti, alcuni emendamenti proposti da piazza Pretoria per garantire, da una parte, la mobilità orizzontale verso le altre aziende partecipate di 600 operai Gesip e, dall’altra, la proroga dei contratti in scadenza nel 2014 e nel 2015 dei precari che operano in alcuni settori chiave dell’amministrazione: tra loro ci sono vigili, assistenti sociali, supplenti di scuola materna.
Per quanto riguarda l’azienda di via Maggiore Toselli, la mobilità orizzontale faceva parte di un’articolata exit strategy per ridurre drasticamente l’organico e il relativo peso economico sul bilancio comunale. Nel piano, oltre alla mobilità orizzontale, c’erano il rinnovo della cassa integrazione per alcuni, pensionamenti e un esodo incentivato con sussidio Aspi per un anno e una liquidazione da 15 mila euro.
 
La cassa integrazione in deroga finora è stata pagata per un buon 60% da Palazzo delle Aquile e per la restante parte dai fondi statali per gli ammortizzatori sociali per il tramite di Regione e Inps. Un costo che l’amministrazione comunale non è più intenzionata a sostenere integralmente dato che nel previsionale 2013 è previsto uno stanziamento di 20 milioni di euro per il 2014 e altrettanti per il 2015. Ebbene, per pagare la cassa integrazione ai quasi 1.800 dipendenti della Gesip ne servirebbero almeno il doppio: un segnale chiaro da parte di piazza Pretoria. Discorso diverso, ma con conseguenze simili, anche per i precari comunali: i soli Lsu, per esempio, sono circa 400, dei quali 278 sono impiegati come agenti e amministrativi nella Polizia municipale. I vigili sono in tutto 1.378 e nel prossimo decennio ne andranno in pensione almeno 400. Le cose non vanno meglio alle Attività sociali, dove su 42 addetti al servizio sociale territoriale sono a rischio in 38, e nelle scuole materne, dove in ballo c’è una settantina di insegnanti.
Le scadenze, intanto, incombono: i primi contratti scadranno a gennaio, ma la maggior parte dei dipendenti potrebbe andar via entro maggio, mentre le ultime scadenze sono fissate a dicembre e a seguire nel 2015. Lo spazio di manovra per l’amministrazione comunale è molto stretto: l’aver superato con le spese per il personale il 50% della spesa corrente impedisce qualunque tipo di assunzione. Inoltre, fra i recenti rilievi sollevati dalla Corte dei Conti nei confronti del Comune, i magistrati contabili hanno inserito l’obbligo di rispettare una norma del 2010 che fissa un plafond complessivo per i contratti rinnovabili di 11,3 milioni, e non un euro in più, pari al 50% di quanto speso nel 2009.
 
Il decreto D’Alia avrebbe dovuto fornire una via d’uscita, ma al momento il tentativo si è risolto in un nulla di fatto. L’unica possibilità per piazza Pretoria è quella di reinserire gli emendamenti nella Legge di stabilità (per ora ferma al Senato), ma c’è già chi storce il muso dinanzi a questa prospettiva: alla Camera il Movimento Cinque Stelle presenterà un emendamento per eliminare il comma 6 dell’articolo 7 che prevede 99 milioni di euro per gli Lsu con almeno otto anni di anzianità del Comune di Palermo e della Provincia e del Comune di Napoli e un altro milione per gli Enti locali con meno di 50 mila abitanti. “Basta con le clientele”, ha tuonato il capogruppo pentastellato Riccardo Nuti.
Ma c’è chi sostiene che qualora venisse a mancare l’attività dei precari, per la macchina amministrativa del Comune di Palermo potrebbe essere il caos. Ma ciò che serve davvero è una seria ridistribuzione delle risorse umane che segua la stesura del Piano aziendale dell’Ente.

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