Campagna avviata dall’associazione Altro Consumo per combattere pregiudizi e cattiva informazione. In Sicilia l’oro blu che sgorga da fontanelle pubbliche gode di ottima salute
PALERMO – “Bevi l’acqua di casa”. È la campagna avviata da Altro Consumo, la nota associazione di consumatori, per diffondere la cultura dell’acqua di casa e dare un colpo di piccone ai pregiudizi, propagati ad arte, che l’hanno trasformata nella sorella povera e meno sicura di quella in bottiglia. Non è così: l’acqua del rubinetto non è un ripiego più economico, ma una scelta intelligente, che fa anche risparmiare. E anche i siciliani possono risparmiare: l’acqua di Palermo e di Catania è risultata di buona qualità e sicura, non rimanendo ‘imbottigliati’.
È quanto si apprende da un’inchiesta condotta da Altro Consumo su 35 città italiane, prelevando campioni d’acqua da fontanelle pubbliche del centro, liberamente accessibili da parte di tutti. Nel dettaglio, a Catania al Giardino della Cattedrale e a Palermo in via Notarbartolo.
Sono stati utilizzati come parametri: durezza, residuo fisso, nitrati, metalli indesiderati, inquinanti, pesticidi, interferenti endocrini. Ci si è concentrati sugli indicatori della qualità e della tipologia di acqua (calcio, durezza, fluoruri, solfati…), sugli inquinanti che sono spia di contaminazioni dovute a precise cause, e sui metalli più pericolosi per la salute e che peggiorano il gusto dell’acqua. Negli acquedotti presi in esame scorre oro blu, tranne a Reggio Calabria. Non bere l’acqua di casa significa dunque rinunciare a un prodotto buono, equilibrato perché oligominerale e super-economico: costa 250 volte meno che l’acqua griffata e venduta in bottiglia.
Se nessuna falla compare nel lavoro che gli acquedotti e le Asl delle maggiori città italiane portano avanti, per garantire un prodotto salubre e sicuro a casa dell’utenza, diverso è il discorso sulle tariffe del servizio idrico integrato (erogazione dell’acqua potabile, fognatura e depurazione).
Disomogenee da città a città, a tal punto da far sì che a Firenze si spenda il 300% in più che a Milano. Il consumo di 200 metri cubi d’acqua per abitazione in un anno è quello più importante da monitorare, perché è il quantitativo d’acqua che serve alla famiglia media, composta da tre persone.
Per il 54% delle città considerate la spesa annua è compresa in un intervallo tra 200 e 300 euro, mentre solo in otto città su trentacinque la bolletta scende sotto i 200 euro. Un esempio virtuoso è Catania (198 euro).
Ma la giungla tariffaria si conferma anche in città della stessa regione. è il caso siciliano: a Catania si spendono 48 euro in meno rispetto a Palermo (246 euro).
Inoltre, Altroconsumo si rivolge ai disinformati, invitandoli, prima di consumare soldi inutilmente in acqua in bottiglia o in filtri domestici, a prendere informazione sulla qualità dell’acqua consegnata dal proprio acquedotto: il più delle volte è già adatta, così com’è, all’uso alimentare di tutta la famiglia; ma suggerisce anche una soluzione per palati esigenti: non ti piace il sapore dell’acqua di rubinetto?
Il cloro è un gas: evapora facilmente se l’acqua viene fatta riposare in un una caraffa per qualche minuto prima di berla. Se poi la si mette in frigo, perde qualsiasi retrogusto.