Stop stipendi, sindacati sul piede di guerra - QdS

Stop stipendi, sindacati sul piede di guerra

Stop stipendi, sindacati sul piede di guerra

lunedì 27 Gennaio 2014

Cobas-Codir e Sadirs annunciano una manifestazione davanti alla Regione il 4 febbraio. Ne hanno per tutti: dal presidente Crocetta al commissario dello Stato

I 18 mila dipendenti della Regione siciliana, che non hanno ricevuto lo stipendio di gennaio per la mancata pubblicazione del bilancio con il conseguente stop a tutti i pagamenti comprese le pensioni di 12 mila ex regionali, sono pronti alla mobilitazione.
Cobas-Codir e Sadirs, che rappresentano la maggioranza dei regionali, hanno indetto una manifestazione davanti alla sede della Regione per il 4 febbraio, chiamando alla partecipazione anche i lavoratori degli enti collegati.
 
I sindacati annunciano che “durante l’assemblea decideremo insieme ulteriori azioni di lotta”. “Partecipiamo in massa” è l’invito ai lavoratori, “per gridare basta a questo presidente e a questi politici che ci impoveriscono sempre più e mortificano ogni giorno di più la professionalità e le aspettative di tutti”.
 
Per il Cobas/Codir e il Sadirs “non esistono più presupposti per la ricerca di un dialogo nella certezza che questo governo continuerà a massacrare l’intera categoria”.
 
I sindacati contestano “l’inaccettabile permanere del congelamento del 25% del Fampa (salario accessorio) dei lavoratori regionali previsto dalla finanziaria 2014 e delle somme necessarie per il pagamento delle indennità mensa” e sostengono che “l’impugnativa del Commissario dello Stato” dei due terzi della legge di stabilità col blocco di oltre mezzo miliardo di spesa “mette anche a rischio la condizione e i legittimi diritti di diverse categorie di lavoratori (Eas, ex Eas, Resais…)”.
 
Ritengono inoltre “inaccettabile la politica della mancata applicazione della norma di salvaguardia della dirigenza” e “il silenzio del governo regionale sull’apertura di una stagione di riforma per dare voce alle legittime aspettative di tutti i lavoratori, per restituire dignità giuridica ed economica a tutto il personale”.
 

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