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Palermo – Almaviva: dubbi e apprensione per il futuro di tanti lavoratori

Gaspare Ingargiola

Palermo – Almaviva: dubbi e apprensione per il futuro di tanti lavoratori

sabato 01 Febbraio 2014

Previsto il ridimensionamento dei costi per l’affitto delle sedi. Istituzioni in campo in cerca di soluzioni. La società attraversa un momento difficile, ma non intende lasciare il capoluogo

PALERMO – C’era chi suonava la marcia funebre e chi intonava canzoni e cori da stadio. C’erano striscioni, fischietti, megafoni, costumi. Non fosse stato per la gravità delle ragioni si poteva pensare a una sfilata di Carnevale osservando l’imponente manifestazione che pochi giorni fa ha portato in strada più di tremila lavoratori di Almaviva, il colosso dell’outsorcing e della comunicazione (nella sola Palermo serve compagnie del calibro di Enel, Tim, Wind, Skype e Alitalia) che da qualche anno soffre, al pari di altre aziende, la crisi economica e ha deciso per questo di tagliare dalla voce uscite gli affitti delle due sedi di Palermo, in via Cordova e in via Marcellini. Che questo debba avvenire senza sanguinosi tagli dell’organico l’azienda lo ha più volte ribadito attraverso dichiarazioni e note ufficiali, rilanciando anzi il proposito di trasferire nel capoluogo siculo la sede legale, fermo restando la richiesta, già espressa a più riprese, che la Regione Siciliana possa offrire una sede alternativa a costi contenuti.
Questo per chiarire a più parti che “l’azienda non intende chiudere la sede del capoluogo siciliano – si legge anche in un comunicato reso noto nei giorni scorsi – nonostante la crisi del settore che sta pericolosamente peggiorando mese su mese, anche a causa dell’accelerazione del fenomeno delle delocalizzazioni all’estero effettuate dai nostri principali concorrenti”. In assenza di alternative, però, il gruppo potrebbe essere costretto a chiudere il call center di via Cordova – il cui affitto è già scaduto e che attualmente opera in proroga fino a giugno – trasferendo i dipendenti in via Marcellini (e anche lì l’affitto è agli sgoccioli). Non tutti, però, perché la sede non è abbastanza grande per ospitare i cinquemila dipendenti palermitani.
La questione della sede, comunque, si trascina da anni e soltanto adesso sembra aprirsi un piccolo spiraglio dopo che il sindaco Leoluca Orlando ha richiesto a gran voce un incontro con il prefetto dell’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla mafia (Anbsc), Giuseppe Caruso, per valutare la possibilità di cedere ad Almaviva il complesso ex Telecom di via Ugo La Malfa, una struttura da 30 mila metri quadri composta da due palazzine grandi rispettivamente 18 e 12 mila metri quadri che in un primo momento l’amministrazione comunale avrebbe voluto destinare al nuovo comando della Polizia municipale e che sarebbe l’ideale per trasportare in un’unica sede tutti i dipendenti. Serve però l’avvallo e del prefetto e della Regione.
Nel caso in cui si ottenesse l’immobile si aprirebbe un altro capitolo, quello della ristrutturazione delle due palazzine: secondo le prime stime occorrono sette milioni di euro. “Il trasferimento della sede legale – ha affermato Maurizio Rosso della Cgil – è un buon segno, ma servono altri passi. Almaviva deve stendere un Piano industriale serio e duraturo, una programmazione atta a restare competitivi sul mercato. La storia dell’affitto di via Cordova si conosceva da anni ma nulla è stato fatto. Occorrono investimenti”.
Già, perché le richieste delle organizzazioni sindacali non si limitano al cambio di sede. I lavoratori raccontano che in questi anni hanno dovuto già tirare la cinghia affrontando sacrifici pur di venire incontro alle necessità dell’azienda, come lo straordinario pagato come ordinario o il blocco dei passaggi di livello e del monte ore. In più c’è il migliaio di Lap, i lavoratori a progetto, che chiede la stabilizzazione.
Al termine della manifestazione il deputato del Pd all’Ars, Fabrizio Ferrandelli, ha ottenuto “la convocazione urgente di un tavolo tecnico congiunto fra Regione, Comune, Anbsc e sindacati per sbloccare l’iter di assegnazione di una sede che ospiti il call-center palermitano di Almaviva, così da scongiurare ipotesi di delocalizzazione e verificare le reali intenzioni dell’azienda”.

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