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Palermo – Circoscrizioni inutili e costose. Spreco da 1,2 milioni di euro annui

Claudio Di Gesu

Palermo – Circoscrizioni inutili e costose. Spreco da 1,2 milioni di euro annui

sabato 26 Settembre 2009

Nelle tasche degli altri consiglieri finiscono 800 euro al mese. Un gruzzolo non indifferente. Sommando i gettoni di presenza, i presidenti arrivano fino a 1.800 di euro mensili

PALERMO – Le circoscrizioni sono state introdotte nell’ordinamento italiano dalla legge 278 all’aprile 1976 che ha accolto proposte di decentramento, espresse dai Consigli di quartiere, organismi spontanei sorti sin dagli anni Sessanta. Sono state quindi disciplinate dall’art.13 della legge n.142 dell’8 giugno 1990, ora conferito nell’art. 17 del Dlgs 267/2000.
Mentre però la legge 278 /1976 conteneva una disciplina dettagliata delle circoscrizioni, la legge 142/90 e il Dlgs 267/2000 si limitano ai principi, demandando allo Statuto comunale e ad apposito regolamento la disciplina circa l’organizzazione e le funzioni delle circoscrizioni, per cui ogni città si è organizzata come meglio ha creduto. Oggi, a Palermo esistono otto circoscrizioni che rappresentano il compendio e il raggruppamento degli ex quartieri.
Ma la vera questione è: hanno realmente un’utilità? Pare proprio di no. Sono organismi svuotati di potere ma costosissimi. Fino a qualche mese fa, tutti i presidenti avevano diritto all’auto blu; oggi si “accontentano” del cellulare di servizio e di potere usare il pass delle corsie preferenziali, oltre a una cifra che mensilmente, sommando i vari gettoni di presenza, garantisce una cifra di circa 1.800 euro.
Va un po’ peggio – anche se non si può certo dire che soffrano la fame – ai singoli consiglieri. Quindici per ogni Consiglio di quartiere, che ogni mese arrivano a percepire una somma vicina agli 800 mila euro.
Il calcolo è presto fatto: se moltiplichiamo 1.800 euro per otto presidenti e per i dodici mesi dell’anno, arriviamo alla “sommetta” di 172 mila 800 euro. Lo stesso ragionamento può essere fatto per i consiglieri: 800 euro al mese, moltiplicati per 14 persone, poi per otto circoscrizioni e infine per i 12 mesi, fanno 1 milione 75 mila 200 euro. Il tutto, dunque, costa ai cittadini circa 1 milione 240 mila euro l’anno.
“È vero – ammette Salvatore Adelfio, presidente della III circoscrizione, comprendente poco più di 90 mila abitanti – così come sono organizzate le circoscrizioni non servono granché. Occorrerebbe un vero decentramento, nel quale sarebbe determinante il trasferimento della capacità economica di spesa propria. Tutto ciò porterebbe a un rapporto diretto con i cittadini, che troverebbero nell’amministrazione di queste municipalità le pronte risposte di cui hanno bisogno, bypassando l’amministrazione comunale e soprattutto dando loro la concreta possibilità di valutarne l’operato”.
“Il cambiamento, però – ha concluso – non è voluto, né dalla politica, né dalla dirigenza amministrativo-comunale, in quanto trasferendo competenze alle circoscrizioni, in molti perderebbero peso nell’apparato burocratico comunale”.
 


L’assessore Russo. “Un nuovo impulso al decentramento”
 
PALERMO – Sull’argomento abbiamo chiesto il parere dell’assessore comunale alle Attività sociali e al Decentramento e circoscrizioni, Raoul Russo, fresco di nomina dopo l’ultimo rimpasto voluto dal sindaco Diego Cammarata.
“È mio intendimento – ha detto – convocare la prossima settimana tutti gli otto presidenti di circoscrizione per definire un piano di azione da presentare al Consiglio comunale. L’obiettivo è dare a un nuovo impulso al decentramento”.
“La città tutta – ha aggiunto l’assessore comunale – ha bisogno di risposte immediate, soprattutto nel settore dell’assistenza sociale e della pubblica istruzione. L’immediatezza delle risposte dipende dalla capacità di autonomia gestionale, che dobbiamo necessariamente far ottenere alle circoscrizioni.
“Continuare così – ha concluso Russo – è inutile e costoso”.
Noi aggiungiamo solamente: verificheremo che tutto ciò avvenga.

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