L’inutile spesa per interessi svuota le casse della Regione - QdS

L’inutile spesa per interessi svuota le casse della Regione

Maria Rosaria Mina

L’inutile spesa per interessi svuota le casse della Regione

giovedì 08 Ottobre 2009

Oggi è prevista l’approvazione in commissione Ars dell’assestamento del Bilancio della Regione. Il tasso sul rimborso del debito incide infatti del 4,30% sulle entrate correnti

PALERMO – Si è in attesa oggi dell’approvazione in commissione Bilancio della manovra di assestamento del Bilancio, saltata lo scorso martedi a causa della mancanza del numero legale.
Non basterà, questa volta, una strizzata ai capitoli di spesa, per fronteggiare il debito raggiunto dalla Regione, pari a 4,6 miliardi di euro, con un deficit tendenziale di 2,5 miliardi di euro.
Lo sa bene la Corte dei Conti, che nella relazione in merito al Documento di Programmazione Economico- Finanziaria 2010-2013, non solo invita il Governo ad un responsabile contenimento della spesa, ma ne suggerisce un’applicazione a partire da un nuovo sistema di regole, senza le quali la scommessa è già persa.
L’incremento del debito,  riferisce il Dpef 2010-2013, è dovuto alla stipula  di un mutuo con il Ministero di Economia e Finanza, attivato nel 2008, per un valore di 825 milioni di euro, destinato all’estinzione dei debiti delle aziende sanitarie e ospedaliere della Sicilia. 
Due gli effetti immediati: lo scampato pericolo di commissariamento della Regione e il saldo dei conti attraverso il finanziamento.
E sempre dal documento di programmazione si legge: “Nel corso del 2009, nell’ipotesi non venisse contratto nessun finanziamento, la spesa per interessi registrerebbe una riduzione, passando da 224 mln a 220 mln di euro, dovuta sia alla scadenza di alcuni prestiti, previsti nel 2009, sia a partire dalla struttura del piano di ammortamento del mutuo contratto con il Ministero Economia e Finanze, il quale prevede nei primi anni un ridotto rimborso della quota capitale ed un più consistente onere a titolo di interessi. Questo secondo aspetto è strettamente correlato alla ripartizione del debito regionale, che è a carico dello Stato per poco meno di un decimo rispetto al 90,64%, a carico della Regione. Di questa ampia fetta, il 30% è a tasso variabile, e pertanto soggetta a fluttuazioni”.
Una considerazione, che in verità, per la magistratura contabile, non esclude la eventuale possibilità di contrarre un nuovo mutuo, già legittimata con la L.R. 6/2009.
Tale osservazione desta non poca preoccupazione, dovuto in parte al rischio in cui si incorre dinanzi allo spostamento in avanti della scadenza del debito, fermo al momento a poco più di 13 anni;  inevitabilmente le generazioni future subiranno il peso delle scelte odierne.
Ed infine, ma non meno importante, è l’osservazione, evidenziata nella relazione, in riferimento alla notevole incidenza del tasso di interesse per il rimborso del debito, pari al 4,30% sulle entrate correnti, corrispondente a 335 milioni. Si legge, a tal proposito, in una nota: “va osservato come tale rapporto assuma significato in termini di realistica copertura finanziaria, solo se riferito alle entrate correnti libere dai vincoli rivenienti dalla legislazione vigente.”

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