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Palermo – E adesso è corsa contro il tempo per non lasciare tutti all’asciutto

Gaspare Ingargiola

Palermo – E adesso è corsa contro il tempo per non lasciare tutti all’asciutto

giovedì 30 Ottobre 2014

Se non sarà trovato un accordo, già da sabato i rubinetti della provincia rischiano di restare a secco. Oggi incontro decisivo a Roma per cercare una soluzione alla vicenda Aps

PALERMO – Corsa contro il tempo per garantire il servizio idrico integrato in tutta la provincia e salvare i lavoratori di Aps. Oggi a Roma è previsto un tavolo tecnico tra i sindacati, l’Anci Sicilia, l’azienda e il sottosegretario del ministero delle Infrastrutture, Erasmo De Angelis, grande esperto in materia e coordinatore della missione Italia Sicura.
Nel frattempo, la commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana ha approvato un emendamento, firmato “dall’assessore in tutto”, il governatore Rosario Crocetta (con le deleghe ad interim fino alla conclusione della crisi di governo), per assegnare all’Ato idrico Palermo 1 i soldi necessari per tirare a campare (11 milioni di euro per novembre e dicembre e per tutto il 2015, comunque insufficienti) nella speranza di una nuova proroga della Prefettura. Emendamento che il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha bocciato ritenendolo inammissibile. Se non verrà trovata una soluzione entro domani, già da sabato potrebbe esplodere nel palermitano “una gravissima e irreversibile crisi igienico-sanitaria, oltre alla perdita della tante professionalità che lavoravano ad Aps”, a detta del presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando.
La partita, dunque, si è spostata nella Capitale, anche grazie al deciso intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, che la scorsa settimana è giunto a Palermo per discutere con Crocetta della spesa dei fondi europei. Di fatto il Governo nazionale si sta sostituendo a quello regionale fin qui incapace (e bloccato per lungo tempo dall’azzeramento della giunta) di trovare una soluzione a una vertenza scoppiata un anno fa con il fallimento di Aps, al cui posto non è subentrato nessuno anche per effetto della riforma regionale degli Enti locali che Sala d’Ercole non ha ancora approvato, assegnando a Città metropolitane e Liberi Consorzi le fondamentali mansioni in materia di rifiuti, energia, turismo e, appunto, acqua.
L’emendamento della Commissione Bilancio potrebbe dare un po’ di respiro, ma serve l’ennesimo intervento della Prefettura, che già tanto si è prodigata per garantire la continuità del servizio, a gennaio requisendo le reti idriche e consegnandole all’Ato che, tramite il reggente commissario della Provincia, Domenico Tucci, ha affittato il ramo d’azienda della fallita Aps con tutti i 202 lavoratori.
Negli ultimi nove mesi la vertenza si è trascinata con una proroga dietro l’altra ed è caduto nel vuoto anche il tentativo di cedere il servizio ai privati tramite un bando di gara. L’azienda aggiudicatrice, la siracusana Onda Energia, “è scappata a gambe levate” (per dirla come il sindaco Orlando) dopo aver dato un’occhiata ai conti: nel periodo 2009-2012 Aps ha subito perdite per sei milioni all’anno.
A complicare il quadro, l’articolo 7 del decreto Sblocca Italia ha stabilito che il servizio deve essere affidato “a un ambito territoriale ottimale” e che la gestione deve essere unitaria per tutti i Comuni di tale ambito. È svanito così il progetto della decina di amministrazioni delle Madonie che aveva ottenuto la requisizione delle reti grazie a un vittorioso ricorso al Tar: niente da fare, le reti andranno restituite, il soggetto gestore del servizio idrico integrato sarà unico. Qualcuno ha pensato all’Amap, nell’attesa che Palazzo d’Orleans metta in piedi una società consortile. Ma Orlando ha messo le cose in chiaro: “Solo se la Regione o lo Stato forniscono un sostegno economico perché altrimenti i conti dell’azienda saltano”. Per la fase di start up servono sei milioni di euro.
“Dall’1 novembre – ha detto il sindaco del capoluogo – la responsabilità giuridica sarà dell’Ato idrico e della Regione. I Comuni una soluzione (l’affidamento all’Amap, nda) l’hanno comunque proposta”.
“La vicenda del servizio idrico integrato in provincia di Palermo – ha detto Paolo Caracausi, vice segretario regionale di Idv – è al limite dell’emergenza. L’acqua deve restare un bene pubblico, come confermato dagli italiani con un referendum. Speriamo nell’intervento del governo Renzi”.

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