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Agrigento – Trasparenza: non tutti i Comuni rendono conto ai propri cittadini

Andrea Pizzo

Agrigento – Trasparenza: non tutti i Comuni rendono conto ai propri cittadini

venerdì 16 Ottobre 2009

È l’amministrazione di Licata, al contrario, l’unica a non rispettare le direttive della legge 69/2009. Nei siti istituzionali di Sciacca, Canicattì, Palma e Favara dati a portata di mouse

AGRIGENTO – I principali Comuni della provincia, capoluogo escluso, stanno tenendo conto del comma 1 dell’articolo 21 della legge 69 del 18 giugno 2009? Parliamo della disposizione legislativa che, in nome della trasparenza, obbliga le pubbliche amministrazioni a “pubblicare nel proprio sito internet le retribuzioni annuali, i curricula vitae, gli indirizzi di posta elettronica e i numeri telefonici ad uso professionale dei dirigenti e dei segretari comunali e provinciali, nonché di rendere pubblici, con lo stesso mezzo, i tassi di assenza e di maggiore presenza del personale distinti per uffici di livello dirigenziale”.
è bastato fare un piccolo viaggio su internet per scoprire come non tutti i Municipi agrigentini, o meglio i loro vertici, si siano allineati alla normativa in questione.
Nel portale del Comune di Sciacca (www.comune.sciacca.ag.it), in un’apposita sezione, chiamata appunto “operazione trasparenza”, figurano sia i curricula e gli emolumenti degli 8 dirigenti (il responsabile della Polizia municipale si è insediato da poche settimane e il suo salario non è ancora stato inserito) e del segretario comunale (totale lordo annuo per sette dirigenti: 705.773,20 euro), che i tassi di assenza del personale.
Stessa identica storia sul sito del Comune di Canicattì (www.comune.canicattì.ag.it). Anche qui mettono a disposizione di cittadini e non l’importo degli stipendi del segretario e dei cinque capi settore (totale annuo lordo: 586.765,25 euro) e i grafici relativi alla presenze.
Nella  categoria dei siti fuorilegge rientra invece quello del Comune di Licata (www.comune.licata.ag.it), dove, per ciò che concerne il salario del segretario comunale e dei responsabili dei sette dipartimenti, è silenzio assoluto. A parte nomi e compiti, non c’è altro. Il loro guadagno e la loro carriera restano un mistero. Non pubblicati nemmeno i flussi di assenze e presenze del personale. Il segretario Giuseppe Vella e la dirigente degli affari generali, Lucia Damanti, incaricata di rendere pubblici gli atti comunali, farebbero bene a correre ai ripari.
Un discorso diverso va fatto per il Comune di Favara e quello di Palma di Montechiaro. Nei propri siti istituzionali, in aggiunta ai tassi di assenza dei dipendenti, sono stati caricati soltanto curricula e compensi annui lordi dei segretari comunali (rispettivamente 114.596,67 euro e 50.853,94 euro). Qualcuno potrebbe dire: sono inadempienti! Così non è. Come precisa il segretario comunale e direttore generale del municipio di Favara, Calogero Marrella, “mancano le informazioni inerenti gli altri dirigenti semplicemente perché, sia a Favara che a Palma, non esistono dirigenti in senso tecnico”. A guidare i settori, infatti, sono dipendenti aventi funzioni dirigenziali ma titolari di un contratto di categoria D. E che quindi, per legge non possono essere considerati dirigenti in senso stretto.
Per loro, il ministero della Pubblica amministrazione – dopo una richiesta di chiarimento avanzata da alcuni comuni sprovvisti di figure dirigenziali – con un circolare successiva alla 69/2009 – ha stabilito che non devono valere le disposizioni contenute nel comma 1 dell’articolo 21 della sopraindicata legge.

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