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Palermo – La Reset al posto dell’ex Gesip. Orlando di nuovo sotto attacco

Gaspare Ingargiola

Palermo – La Reset al posto dell’ex Gesip. Orlando di nuovo sotto attacco

martedì 16 Dicembre 2014

Nuti (M5s): “L’ennesimo megacarrozzone dove poter imbarcare chi si vuole senza concorso pubblico”. La società consortile fungerà subito da “contenitore” per 950 dipendenti

PALERMO – È nata Reset, Rete servizi territoriali, società consortile per azioni, il nuovo contenitore degli operai ex Gesip, con cui le aziende comunali mettono in comune dei servizi per tagliare le esternalizzazioni e risparmiare. Accoglierà subito i primi 950 mentre per gli altri 620 il sindaco Leoluca Orlando ha strappato al ministro del Lavoro Giuliano Poletti il sì per un’ulteriore proroga della Cassa integrazione in deroga fino al 31 maggio 2015, in ragione del regime speciale che vede il contributo integrativo del Comune di Palermo. Con il tempo i 620 sono destinati a transitare nelle partecipate in sostituzione dei collocati a riposo.
L’obiettivo dell’amministrazione è di tagliare 150 lavoratori nel 2016 e altri 400 nel 2017 fra pensionamenti per raggiunti limiti di età e prepensionamenti tramite Tfr o Aspi fino alla pensione. Reset avrà un capitale sociale di 4 milioni di euro (3 dei quali con l’ennesimo mutuo presso la Cassa depositi e prestiti) al quale parteciperanno inizialmente solo Sispi e Rap entrambe con l’1% (il resto delle azioni lo mette piazza Pretoria) dato che le altre aziende non hanno i conti perfettamente in ordine.
L’idea della consortile non è nuova: due anni fa c’era anche il nome, Seme (Servizi metropolitani), ma l’idea cadde nel vuoto sia per mancanza di risorse sia per i pesanti rilievi sollevati dai revisori contabili e dal segretario generale.
A ogni modo, altri 30 milioni strutturali sono iscritti nel bilancio di previsione 2014. I tempi di costituzione sono molto stretti: la società va fondata entro il 2014 e il Consiglio dovrà deliberare sia lo statuto sia il contratto di servizio entro questa settimana, per evitare che dal gennaio i 950 perdano giornate lavorative: a loro spetterà un part time di 28 ore a settimana a 900 euro circa al mese. Inoltre, se l’amministrazione riuscirà a presentare il progetto in tempo utile, la neonata società potrà beneficiare dei contributi per le imprese e dei tagli all’Irap previsti dalla Legge di Stabilità.
“La consortile sarà aperta anche alle altre aziende e perfino ai Comuni dell’area metropolitana”, ha sottolineato Orlando. Avrà un consiglio di amministrazione e revisori contabili e si occuperà di verde anomalo (come quello degli spartitraffico), cimiteri, canile, custodia, guardiania e pulizia spiagge. I primi soldi saranno investiti nell’acquisto di 149 mezzi: auto, van, scooter e furgoni (fra i quali uno per il trasporto animali).
Ma se Orlando ha mostrato soddisfazione alla presentazione dell’azienda, non altrettanto si può dire dell’opposizione, che ha criticato l’accensione di un nuovo mutuo. A dare fuoco alle polveri ci ha pensato il deputato Riccardo Nuti del Movimento 5 stelle: “Reset – ha detto – è una grande presa in giro da parte di questo sindaco e di questa politica delle larghe intese in salsa palermitana. Questa follia va fermata perché è chiaramente l’ennesima scatola da riempire con assunzioni clientelari. Orlando continua a cambiare nome alle società, sperando che tutti non si accorgano della trappola”.
“Il sindaco – ha aggiunto Nuti – chieda alla città se vuole pagare l’ennesimo megacarrozzone dove poter imbarcare chi si vuole, senza concorso. Indica un referendum serio sull’argomento e lasci decidere ai palermitani se vogliono o meno questa nuova società”.
“La società consortile Reset – ha commentato il segretario provinciale del Pd, Carmelo Miceli – sarà l’ennesima mazzata ai danni dei cittadini e del già precario sistema delle partecipate di Palermo, un nuovo carrozzone creato sulle spalle dei contribuenti, il peggiore sistema con cui Orlando poteva dilapidare quegli ulteriori cinque mesi di proroga della Cig in deroga, concessi dal governo Renzi per trovare una soluzione in grado di salvaguardare livelli occupazionali e salariali”.
“La Reset – ha chiosato Filippo Occhipinti di Idv – è un’idea vecchia di due anni. Non capiamo perché l’amministrazione abbia prima messo da parte la Seme e ora torni sui suoi passi come se nulla fosse”.

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