Diabete, la molecola che può migliorare la qualità della vita - QdS

Diabete, la molecola che può migliorare la qualità della vita

Giulia Cosentino

Diabete, la molecola che può migliorare la qualità della vita

sabato 25 Aprile 2015

Presentata in Italia Depagliflozin, una pillola per eliminare lo zucchero in eccesso tramite le urine. In Sicilia 310 mila malati, 6 su 10 si sentono un peso per la propria famiglia

PALERMO – Ad oggi 4 milioni di italiani e più di 310 mila persone in Sicilia convivono con il diabete, numeri che, di anno in anno, crescono in modo esponenziale.
Il diabete ha un forte impatto, soprattutto in Sicilia, regione che in assoluto avverte maggiormente il “peso” della malattia. Infatti, per 9 diabetici siciliani su 10 – come emerge da un’indagine promossa da AstraZeneca e realizzata da Doxa Pharma – condiziona pesantemente la vita quotidiana e per 7 su 10 comporta un limite alla propria libertà.
Inoltre, 6 su 10 ritengono che il diabete diventi un peso per la propria famiglia (la media in Italia è del 33%) e che complichi il lavoro (media italiana del 35%), mentre addirittura il 78% crede che impedisca di apprezzare la buona cucina (media italiana del 43%). Tuttavia la scienza e le nuove tecnologie promuovono nuove terapie studiate per inibire il rischio di complicanze – spesso gravi – arrecate dal diabete, sia esso di tipo 1 ed in particolare quello di tipo 2, la forma più comune che interessa il 90% dei casi di questa malattia.
Proprio nei giorni scorsi, è stata presentata in Italia una nuova molecola, “Dapagliflozin” (già presente in 49 Paesi nel mondo) capace, con una sola somministrazione orale al giorno,  di eliminare lo zucchero in eccesso e la riduzione della glicemia. Il meccanismo d’azione di Dapagliflozin è stato sviluppato a partire dalla florizina, una sostanza naturale che si trova nella corteccia degli alberi di mele e che se, assunta in dosi elevate, provoca l’escrezione del glucosio nelle urine. Cambia quindi il bersaglio nella lotta al diabete: il rene diventa  protagonista nel controllo glicemico e nella gestione del diabete di tipo 2. è proprio il rene difatti a giocare un ruolo importante poiché capace di riassorbire il glucosio che viene eliminato quotidianamente nelle urine.
I reni, a questo proposito fungono da cosiddetti  “rubinetti del glucosio” nel nostro organismo permettendo quindi l’eliminazione dello zucchero in eccesso e di conseguenza la riduzione della glicemia.
“Si tratta – come sottolineato da Giorgio Sesti, presidente eletto della società italiana di diabetologia –  di una novità terapeutica importante che, grazie al suo caratteristico modo d’azione renale, non interferisce con le altre terapie anti-diabete, compresa l’insulina, ma piuttosto si integra con esse nel trattamento di tutte le fasi della malattia”.
La nuova scoperta lancia una sfida a una malattia che provoca quasi 560 vittime nel mondo ogni 60 minuti e 3 in Italia per cause riconducibili al diabete. La patologia difatti provoca una serie di disturbi che ne “amplifica” altri tra cui: ipertensione, retinopatia, depressione.
“Assicurare il controllo glicemico, ma anche diminuire il rischio di ipoglicemie e contribuire a ridurre il peso corporeo e la pressione arteriosa – sostiene il professore Salvatore Caputo, presidente di ‘Diabete Italia’ – sono aspetti fondamentali che la nuova terapia Dapagliflozin può apportare nella sfida al diabete di tipo 2: una malattia che aumenta il rischio di complicanze anche gravi, oltre che di ricovero ospedaliero in generale. Basti pensare che oggi circa il 30-35% dei pazienti ricoverati negli ospedali italiani ha il diabete o presenta alterazioni della glicemia”.
A questo non bisogna sottovalutare la necessità di definire percorsi mirati per una corretta informazione della malattia, predisponendo altresì validi schemi per una sana ed equilibrata educazione alimentare insieme ad una corretta  attività fisica. Un percorso di vita salutare difatti aiuta a  controllare il peso corporeo e a prevenire le complicanze cardiache, migliorandone il controllo della glicemia.
 

 
La scimmietta Coco torna nelle scuole spiegherà la malattia a grandi e piccoli
 
PALERMO – Al via la 2/a edizione di “Coco torna a scuola”, fumetto “Lilly Disney” ancora dedicato al diabete infantile, che a partire dal prossimo mese di maggio sarà a disposizione dei diabetologi pediatri di 94 ospedali in tutto il territorio nazionale, di cui 8 in Lombardia e 2 a Milano. E da settembre a dicembre sarà oggetto di incontri educazionali nelle scuole primarie di Torino, Verona, Ancona, Palermo e Cagliari. L’iniziativa è promossa da AGDI, Coordinamento Associazioni Italiani Giovani con Diabete e patrocinata da Diabete Italia. è realizzata in collaborazione con SIEDP, Società di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica col contributo di Eli Lilly. “Questa Campagna risponde alle linee di indirizzo del Piano nazionale del diabete – afferma Mohamad Maghnie, Presidente SIEDP – e favorisce l’inserimento e l’integrazione quotidiana del bambino con diabete a scuola”. “E aiuta noi genitori di giovani con diabete – aggiunge Gianluigi Curioni, Presidente AGDI – a sensibilizzare le istituzioni sul delicato argomento del reinserimento scolastico dopo l’esordio della malattia”. In particolare, il fumetto racconta l’esperienza della scimmietta Coco che ritorna a scuola dopo che in estate le è stato diagnosticato il diabete di tipo 1. Spiega con immagini e dialoghi semplici che cos’è il diabete e che ruolo ha l’insulina. Secondo i dati SIEDP, sono 18.000 in tutta Italia i bambini con diabete di tipo 1 che, comunque, grazie alle terapie mediche e a uno stile di vita corretto, possono condurre una vita praticamente normale.

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