Ignazio Gibilaro: "Sicurezza a sostegno dell'economia" - QdS

Ignazio Gibilaro: “Sicurezza a sostegno dell’economia”

Francesco Sanfilippo

Ignazio Gibilaro: “Sicurezza a sostegno dell’economia”

sabato 20 Giugno 2015

Forum con Ignazio Gibilaro, Comandante Guardia di Finanza Regione Sicilia

Quali sono i compiti che la Guardia di Finanza deve adempiere, secondo la nuova normativa?
“La Guardia di Finanza ha affrontato una forte trasformazione nel biennio 2013/2014 che, però, non ha riguardato solo il nostro Corpo militare. Nel 2014 sono entrate in vigore alcune nuove disposizioni che stanno favorendo una forte trasformazione del quadro normativo nel quale opera la Guardia di Finanza. Queste norme sia di origine parlamentare sia governativa sono la legge fiscale n. 23 del 2014 e il Dpf del 2014. A queste vanno aggiunte il rapporto ministeriale sulla realizzazione di strategie di contrasto dell’evasione fiscale e un atto d’indirizzo per la definizione delle priorità politiche del 2015. In queste norme sono enunciati dei principi che la Guardia sta già applicando e possono avere un forte impatto non solo nel rapporto tra i cittadini e la Pubblica amministrazione, ma anche in quello tra l’apparato fiscale e i contribuenti. Infatti, sono stati definiti alcuni concetti-chiave come quello di dare un forte impulso alla crescita e alla competitività del Paese attraverso la capacità di attrazione dei capitali esteri e del miglioramento dell’ambiente imprenditoriale. Ciò può avvenire solo garantendo la sicurezza al cittadino. Questi principi demandano necessariamente alle forze di polizia il compito di garantire la sicurezza che, nel campo economico e finanziario , trova nella GdF l’interlocutore privilegiato. Non a caso, si traduce in direttive volte a ridurre al minimo gli ostacoli alla normale attività economica del contribuente, che tendono a impedire che le iniziative di sicurezza possano divenire un handicap per l’economia. Ad esempio, in campo fiscale, ci è stato raccomandato di rafforzare il contraddittorio con il contribuente durante la fase del contenzioso già durante le indagini finanziarie, cercando di portarlo all’adempimento spontaneo. La recente riforma del ravvedimento operoso rappresenta una rivoluzione fortissima, poiché, in precedenza, tale ravvedimento si applicava prima delle indagini, mentre ora può avvenire anche durante la fase investigativa. In questo modo, si cerca di convincere il contribuente a regolare la sua posizione, sempre che non vi sia la presenza di un reato, per cui pagare quanto dovuto non gli evita il procedimento penale. Questo indirizzo, comunque, è comune a tutta l’amministrazione finanziaria. Resta, invece, l’imperativo a contrastare le forme di evasione più gravi quali le frodi fiscali, con particolare attenzione per i reati di dimensione internazionale”.
Come si caratterizza la frode finanziaria?
“La frode si caratterizza per artifizi contabili e raggiri, come creazione di società di facciata documenti falsi e sovrafatturazione destinate alla nascita di fondi neri, ma la semplice omissione non è frode. Inoltre, questi fondi servono a finanziare attività corruttive, in particolare l’esigenza di evitare la tracciabilità dei movimenti finanziari induce a usare lo strumento delle sovrafatturazioni. Per l’auto-riciclaggio, invece, occorrerà tempo e le sentenze della giurisprudenza, poiché questo reato è stato introdotto da poco nel nostro ordinamento”.
Il ricambio continuo del vostro personale non può danneggiare la vostra attività?
“No, anzi la mobilità, che interessa annualmente circa il 25% del personale, ha sempre rappresentato un principio cardine per l’efficienza del Corpo. Oggi la rotazione, che riguarda soprattutto gli Ufficiali specie nei gradi dirigenziali, avviene, in media, ogni 4 anni e risponde ai moderni canoni di prevenzione della corruzione. Questo criterio prevede, tra i suoi cardini, la rotazione del personale dirigenziale e la Guardia di Finanza lo applica pedissequamente. A volte, per esigenze di servizio, tale termine è spostato, ma, in genere, è rispettato, senza che venga meno l’efficienza per la preparazione che ci viene impartita. Ciò avviene nella consapevolezza che questa rotazione comporta notevoli disagi per il personale, perché non sempre si può assicurare il supporto logistico e l’assistenza ai familiari”.
 
L’accesso alle banche-dati favorisce la lotta ai reati finanziari?
“La Guardia di Finanza ha accesso ad un’ampia gamma di banche dati ed utilizza moderne tecniche di analisi, ma è altrettanto importante rendere la massa di informazioni disponibili più ‘fluida’ possibile, ossia adeguata ad orientare le indagini fiscali o di altro tipo. Infatti, la banca dati restituisce dati ‘freddi’ che vanno incrociati con varie altre fonti informative, come le rilevazioni sul possesso di immobili e beni di lusso – per individuare le posizioni fiscalmente più pericolose – svolte nel quotidiano controllo economico del territorio. È tale complessiva intelligence che, supportata dalla continua rinnovazione dei moduli ispettivi mirata a snellirli all’essenziale da formalismi, si rivela fondamentale per ottimizzare gli sforzi operativi del Corpo, perché consente di selezionare in modo efficace gli obiettivi delle verifiche fiscali ma offre validi spunti anche per le investigazioni su diversi traffici illeciti, che poi sono aggrediti con interventi calibrati – in modo trasversale – sia a tutela dei contribuenti, come per la contraffazione del made in Italy o altre forme di concorrenza sleale, che per recuperare i relativi redditi illeciti ovviamente occultati al fisco”.
Come si può aumentare l’efficienza nella spesa pubblica, riducendo i danni erariali?
“Occorre distinguere due aspetti, frode e non frode. Ci sono comportamenti che mirano a realizzare una frode a danno della collettività e comportamenti dovuti a negligenza o disorganizzazione delle Istituzioni. Eppure, dalle indagini, emergono spesso sperperi di denaro pubblico dovuti a colpa grave, che non è un reato, ma un comportamento scriteriato del pubblico dipendente passibile di responsabilità amministrativa”.
 
Quali sono i settori criminali sotto osservazione oltre a quello delle frodi?
“La tutela della spesa pubblica ed i connessi reati contro la Pa costituiscono una parte rilevante della nostra mission, con tre grandi ambiti che sono l’Unione Europea, lo Stato e le Regioni, i tre grandi enti erogatori con le proprie norme e principi ispiratori che, in alcuni casi, richiedono notevoli sforzi interpretativi per individuare le rispettive peculiarità. Inoltre, ci occupiamo di gravi traffici illeciti come quello di stupefacenti o la contraffazione, di forte impatto sociale come l’usura o il gioco illegale e del riciclaggio dei proventi illeciti. In questo senso, la cooperazione con il settore bancario che avviene on line, ci consente di elaborare migliaia d’informazioni in tempi ridottissimi, contrastando efficacemente questi reati. In realtà, un grosso problema deriva dalla spesa pubblica. Nei primi 5 mesi i dati ottenuti dalle attività ispettive mirate su 90 milioni di spesa pubblica, indicano che 80 milioni di questi siano irregolari, oltre ad altri 23 milioni di euro di finanziamenti irregolari riscontrati negli appalti. Non a caso, sono stati individuati, nello stesso periodo preso in esame, 300 milioni di danni erariali che comprendono somme riconducibili a reati contro la Pa. Di fronte ad un Pil decrescente, si richiede un maggiore un controllo sulle uscite per recuperare risorse. Perciò, stiamo investendo molto nei controlli sulle spese e ci qualifichiamo ufficialmente, come polizia economico-finanziaria”.
In questo caso, la Guardia in che rapporti è con la Corte dei Conti?
“La Guardia di Finanza è servente nei confronti della Corte dei Conti, con cui i rapporti sono molto stretti. Aggiungo anche che la procura regionale, poi, è molto attiva sul fronte dei sequestri preventivi in modo da garantire un ristoro da parte dello Stato per i danni subiti come già è accaduto con i beni mafiosi”.

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