Frodi creditizie, la Sicilia è risalita sul podio d’Italia - QdS

Frodi creditizie, la Sicilia è risalita sul podio d’Italia

Rosario Battiato

Frodi creditizie, la Sicilia è risalita sul podio d’Italia

mercoledì 24 Giugno 2015

Tutti i numeri del ventesimo rapporto dell'Osservatorio Crif: nel mirino i prestiti finalizzati. Sono oltre tremila i casi rilevati nel 2014, soltanto la Campania ha fatto peggio

PALERMO – C’è una Sicilia che svetta nell’ennesima classifica sbagliata. L’edizione 2014 dell’Osservatorio Crif sulle frodi creditizie ha visto l’Isola piazzarsi al secondo posto nazionale per la numerosità dei casi. Lo scorso anno anno in Italia ci sono stati 25.500 frodi mediante furto di identità per una perdita economica che ha raggiunto i 171 milioni di Euro. Rilevante la porzione siciliana: 3.343 i casi rilevati, fa peggio soltanto la Campania.
Si tratta della ventesima edizione di uno studio che periodicamente analizza la diffusione delle frodi creditizie, cioè “quegli atti criminali – si legge nell’ultimo report – che si realizzano mediante furto di identità (attraverso tecniche come phishing, vishing, ecc) e il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene”.
La distribuzione regionale del numero di frodi ha visto il record in provincia di Palermo, che con 1.109 frodi compiute nel corso del 2014 si posiziona al terzo posto del ranking nazionale, seguita a distanza da Catania, quinta con 838 casi. Più distanziata Messina, dove sono stati rilevati 324 casi. Seguono Siracusa (289), Agrigento e Trapani (227), Caltanissetta (136), Ragusa (132), e quindi Enna (61). A far segnare la crescita più preoccupante è stata la provincia di Siracusa (+22,5%), seguita, in questa particolare classifica, anche da Agrigento (+15%).  
I numeri nazionali offrono dettagli importanti sulle vittime. Tra 41 e 50 anni si è rilevato il maggior numero di casi, con il 25,1% del totale, mentre dal punto di vista socio-demografico in quasi in 1 caso su 3 si è trattato di un lavoratore autonomo o un libero professionista. Tra le tipologie di beni oggetto di frode, il più colpito è il prestito finalizzato che concentra il 78,3% dei casi di frode creditizia, seguito dal prestito personale (11,4%) e dalla carta di credito (7,5%). Molto netta anche la tipologia di beni e servizi soggetta a frode. “Nell’ambito dei prestiti finalizzati – si legge nel rapporto -, quasi 2/3 dei casi di frode rilevati nel corso del 2014 ha avuto per oggetto l’acquisto di elettrodomestici e prodotti di elettronica, informatica e telefonia, quali ad esempio tv di ultima generazione, smartphone e tablet”. Importante anche la quota che riguarda il comparto auto e moto (con l’8,5% del totale) e l’arredamento (con il 6,6%).
Sui tempi ci si muove lungo due binari. Per il 2014 la metà dei casi (51,2%), in linea con le precedenti rilevazioni, viene scoperta entro i primi 12 mesi dell’anno. A preoccupare è, invece, il dato in crescita che riguarda i casi scoperti dopo 2 o 3 anni.
Difendersi non è certamente semplice, anche se ci sono alcuni consigli suggeriti dall’Osservatorio Crif.  “Prima di tutto è necessario elevare il livello di allerta e di autotutela, ad esempio ponendo la massima attenzione a ciò che viene condiviso online: infatti, spesso i ladri di identità ricorrono a informazioni che noi stessi abbiamo pubblicato su siti e social network”.
 
Quindi attenzione alla condivisione di materiale privato e, in generale, all’aspetto pubblico nostri profili perché quelle informazioni possono essere utilizzate per scardinare password o per preparare trappole perfette. A tal proposito si consiglia l’utilizzo di password diverse per ogni profilo e l’aggiornamento sistematico di programmi e sistemi operativi. Particolare cura serve anche per controllare la presenza di dati personali negli oggetti tecnologici che si vendono o si buttano, ma anche nel materiale, non solo tecnologico, che gettiamo semplicemente nella spazzatura e dal quale è possibile rintracciare i nostri dati sensibili.

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