Laghi, Legambiente assegna la bandiera nera alla Sicilia - QdS

Laghi, Legambiente assegna la bandiera nera alla Sicilia

Emiliano Zappala

Laghi, Legambiente assegna la bandiera nera alla Sicilia

martedì 07 Luglio 2015

I risultati della campagna nazionale “Goletta 2015” per la tutela dei bacini lacustri. La causa: mancata applicazione della norma a tutela delle acque interne

CATANIA – È andata via dalla Sicilia Goletta dei Laghi 2015, la campagna nazionale di Legambiente per la tutela dei bacini lacustri italiani. Una tappa decisamente ricca di spunti e novità. L’Isola è stata la seconda regione toccata dall’iniziativa dell’associazione ambientalista. Come ogni anno sono state registrate una serie di situazioni di grande importanza. Si va dallo stato di salute degli invasi isolani al modo in cui le istituzioni locali procedono alla loro gestione. Tutto viene preso in esame.
Le conclusioni sono però amare. A Palermo, Legambiente Sicilia tramite il suo direttore Gianfranco Zanna ha dovuto consegnare, per il secondo anno consecutivo, la Bandiera Nera all’assessore al Territorio e all’Ambiente, Maurizio Croce. Il motivo è la mancata applicazione della norma a tutela delle acque interne, approvata dalla Sicilia ben 15 anni fa.
Non sono mancate per fortuna delle piccole note positive. Come ad esempio il risultato del convegno che si è tenuto sabato 20 giugno sul lago di Ganzirri, nella Riserva di Capo Peloro. In quell’occasione l’Arpa Sicilia, infatti, ha reso pubblici i dati, raccolti dal 2012 ad oggi, relativi alla qualità delle acque del bacino messinese e il quadro che ne viene fuori è stato molto rassicurante: il Ganzirri è in buona salute e raggiunge gli standard imposti dalla direttiva europea 2000/60, in scadenza proprio quest’anno.
Lo stesso non si può dire però ad esempio del lago di Pergusa in provincia di Enna. Negli ultimi dieci anni il bacino lacustre ha subito due gravi crisi anossiche (una forte carenza di ossigeno), causando il proliferare di una tipologia d’alga particolarmente tossica, la Prymnesium parvum. Questa alga ha comportato una massiccia moria ittica. E il dato peggiore è che all’origine di questa grave tipologia di inquinamento c’è un sistema fognante che appare decisamente irregolare, poiché raccoglie insieme acque bianche e acque nere, rigettate nel lago in occasione di forti piogge, quando cioè il sistema di depurazione fa tracimare le acque per evitare il sovraccarico delle pompe.
A questo si aggiunge purtroppo il diffuso e annoso fenomeno della cosiddetta “alga rossa”, ovvero i cianobatteri, che da ormai dieci anni infestano molti bacini lacustri siciliani, dal Pozzillo al Prizzi, dal Nicoletti al Garcia fino al Trinità e al Castello.

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