Sembra non ci siano regole certe, tra gli enti regna una sorta di rimbalzo delle responsabilità costante, per questo il confronto tra i giovani siciliani iscritti alla misura passa essenzialmente dal web, dove negli ultimi mesi il dibattito sulla validità di Garanzia Giovani è diventato costante e ininterrotto.
Per fare chiarezza sui vari punti del caso abbiamo intervistato l’assessore regionale al Lavoro Bruno Caruso. “Per le violazioni formali delle regole del lavoro il controllo spetta agli ispettori dell’Inps oltre che quelli della Regione – ha dichiarato senza esitazione Caruso – se si tratta di un uso elusivo del tirocinio sono invece gli stessi Centri dell’impiego a dover denunciare i casi di eclatante utilizzo scorretto dello strumento”. Per questa fase, che per la Sicilia può essere definita iniziale, l’assessore chiede pazienza ai tirocinanti. “Dobbiamo essere molto ragionevoli e molto equilibrati. Bisogna capire quello che è un dato fisiologico della dilatazione della caratteristiche del tirocinio rispetto la sua funzione e quello che non lo è. Se questa dilatazione diventa patologica allora è chiaro interverremo. Siamo in una fase di inizio dell’esperienza. Il fatto che ci sia questa adesione di massa allarga i rischi, però dall’altra parte questa misura rimane una boccata di ossigeno e non possiamo sottrarre ossigeno ad un corpo malato”.
Garanzia Giovani è, secondo quanto affermato da Bruno Caruso, una misura in fase di studio. “Possiamo assumere elementi per operare degli aggiustamenti mana mano che l’esperienza avanza. Questa misura non è considerata da noi come uno strumento dato una volta per tutte, la stiamo monitorando nei pro e nei contro, per operare continuamente degli aggiustamenti”.
Un ruolo determinante per il corretto funzionamento di Garanzia Giovani è svolto dai Centri per l’impiego. Recandosi in uno degli uffici regionali presenti sul territorio, è facile percepire la difficoltà con cui operano addetti e dirigenti, ritrovatosi nel giro di pochi mesi nell’atto di gestire un boom di pratiche che, in ogni caso, in una regione con oltre il 40 per cento di disoccupazione giovanile, non dovrebbe essere una novità. “Per la prima volta il Cpi hanno un ruolo proattivo – ha dichiarato sulla questione l’assessore regionale al Lavoro Bruno Caruso – alcune difficoltà rientrano in una situazione di quotidiana inefficienza che stiamo cercando di correggere. Altro problema a cui stiamo cercando di fare fronte e quello del ritardo dei pagamenti”. E’ lo stesso assessore Caruso ad affrontare la questione. “Eravamo regione con una percentuale bassissima di corrispondenza degli indennizzi, su 800 pagamenti da noi effettuati ne erano stati erogati solo 200. Abbiamo scoperto nel giro di tre giorni il problema, portando alla luce una situazione paradossale: i Cpi non avevano un browser internet aggiornato e per questo non erano in grado di agganciarsi al sistema. Siamo a questi livelli – ha ammesso l’assessore Bruno Caruso – grazie al monitoraggio quotidiano ora siamo passati a 700 pagamenti su 800”. (cb)