I robot stanno entrando a far parte del nostro mondo e sempre più il loro funzionamento viene studiato nelle scuole.
“La robotica – spiega Domenico Ardito, docente di Elettronica presso I.T. “Archimede” Catania – è una disciplina che coinvolge matematica, fisica, meccanica, elettronica, informatica, telecomunicazioni, grafica e disegno 3D. Saper progettare un automa significa mettere a frutto competenze di base e specifiche. E soprattutto saper fare lavoro di squadra. In questo è fondamentale la guida dell’insegnante, che deve monitorare le relazioni fra gli alunni”.
“Dal 2000 ho coinvolto sempre più alunni e docenti, sia con la progettazione di robot che con la partecipazione a competizioni nazionali e internazionali. Abbiamo preso parte alla gara nazionale Robocup junior, alle qualificazioni ai Mondiali di Singapore 2010, Istanbul 2011, Città del Messico 2012, Eindhoven 2013. Siamo campioni del mondo individuali Cospace dance e Superteam dance con Giappone e Portogallo. Abbiamo organizzato il campionato italiano Robocup nel 2011 alle Ciminiere e dal 2014 organizziamo la selezione Sud Italia della gara First Lego League per alunni dai 9 ai 16 anni e corsi per le scuole medie grazie ai finanziamenti europei della legge sulla divulgazione della cultura scientifica. Con l’Università abbiamo completato un progetto di automa che simula il funzionamento del cuore umano, per il collaudo della valvole VAD”.
“Abbiamo progetti già realizzati per l’Intelligenza Artificiale. L’umanoide Marty, che nel 2011 ha vinto il concorso internazionale Phoenix Award del Governo tedesco, ha già un erede. è realizzato con la tecnica della stampa 3D, riconosce i volti e li segue. I comandi sono interattivi con bluetooth e dispositivi android e l’interazione sarà sempre più complessa e articolata”.
“Anche se non ci sono selezioni di merito nel corso dell’anno scolastico rimangono le persone con motivazioni forti. Si crea così uno staff di “piccoli geni”. Questa formazione li rende molto più propositivi nelle scelte di lavoro e di studio, che spesso è rivolto alla facoltà d’Ingegneria o affini”.
Perchè hai scelto di studiare robotica? Quali sono state le maggiori soddisfazioni?
“Mi è sempre piaciuto costruire e la robotica è stata un’occasione per mettermi alla prova. Al terzo anno ho partecipato alla Robocup junior e, insieme a Marco e Salvo, alla gara di Cospace dance ad Eindhoven, dove abbiamo vinto i mondiali battendo squadre dal Giappone e dalla Cina. Il ricordo più bello è quando ci siamo uniti con i team giapponese e portoghese per lavorare insieme. Non importava l’esperienza o la provenienza, eravamo contenti di collaborare. Vincemmo tutte e due le competizioni, individuale e a squadre, e sono nate amicizie con persone da tutto il mondo. Un ragazzo iraqueno mi ha raccontato che ama i robot da quando gli artificieri hanno ripulito dagli esplosivi la piazza dove ha perso un braccio mentre giocava con gli amici. Dopo questa storia ho deciso di fare domanda per diventare artificiere, perché secondo me i robot possono essere utilizzati per scopi molto importanti”.