Nella masseria di Librino anche campi di calcetto, pallamano e tennis: tutto lasciato ai vandali. Devastazione, rifiuti e droga. Le associazioni: “Gestiamo noi la struttura”
CATANIA – Una struttura enorme provvista di due campi per calcetto e pallamano e due campi da tennis in sintetico e provvista di impianto di illuminazione per gare notturne. Così viene descritta Villa Fazio, masseria di Librino, sul sito web del Comune di Catania, probabilmente aggiornato agli anni Novanta quando, in effetti, era funzionante e ospitava centinaia di bambini e adolescenti, che ne usavano le strutture sportive.
Era il 1996 quando fu inaugurata dall’allora ministro degli Interni, Giorgio Napolitano e fu affidata con convenzione annuale a due associazioni in uso gratuito; allora tutti potevano usufruire dei campi. Villa Fazio venne poi concessa in affido dal Comune ad alcune associazioni con le quali fu attivata una convenzione per dieci anni ma, nel 2000, il Comune non rinnovò la convenzione e si riprese la struttura che fu poi tenuta chiusa. Da allora ad oggi le cose sono di molto cambiate e quella che poteva essere un luogo di incontro e di crescita civile in un quartiere troppo spesso noto per i motivi opposti, si è lentamente trasformata in quello che è adesso, un rudere vandalizzato, spogliato di ogni arredo, utilizzato per allevamento di cani, come luogo dove consumare droga indisturbati o come discarica. E i campi di basket e di calcio giacciono nel più completo abbandono.
La scorsa settimana, in concomitanza con l’inaugurazione da parte dell’amministrazione della scuola Calcio nella struttura sportiva San Teodoro, la Cgil e le associazioni che operano sul territorio, HdueO, Iqbal Masih, La Periferica, Librinoattivo, Oltre La Periferica, South Media e Terreforti hanno organizzato un incontro per chiedere che Villa Fazio sia affidata alla rete di associazioni e ai comitati di quartiere che a Librino lavorano costantemente. “Denunciamo per l’ennesima volta lo stato di abbandono in cui versa questa struttura – spiega Sara Fagone, della Cgil – che un tempo fu importante luogo di aggregazione e che oggi è diventata il simbolo dell’indifferenza delle amministrazioni”. Chiedono che sia affidata alle associazioni per farne la loro “casa”, dal momento che molte di queste non hanno una sede, e per trasformarla, da rudere in abbandono, in una struttura cogestita dalle realtà di volontariato nel territorio.
“L’abbandono è peggio dell’indifferenza – sottolinea Massimiliano Nicosia de La Periferica – provoca delusione nei ragazzi che provano maggiore sfiducia nei confronti delle istituzioni”. A differenza di altre strutture della zona, come ad esempio il Teatro Moncada, infatti, Villa Fazio era perfettamente funzionante. Chiedono un incontro con l’amministrazione e, soprattutto la presenza del governo locale, interventi concreti e non solo parole: durante l’ultimo Consiglio comunale, incentrato proprio sulle problematiche di Librino e sugli interventi necessari per qualificarlo, di riqualificazione della struttura erano, infatti, pieni gli interventi di tutti i consiglieri comunali: chissà, però, quanti di loro sanno dove si trovi Villa Fazio.