Credito di imposta, nuove linee guida - QdS

Credito di imposta, nuove linee guida

Rosario Battiato

Credito di imposta, nuove linee guida

venerdì 18 Marzo 2016

Circolare dell'Agenzia delle Entrate pubblicata online mercoledì scorso: sarà fruibile in modo più semplice e rapido. Cumulabilità con gli investimenti in beni strumentali e piena sinergia con il patent box

PALERMO – Il ministero dello Sviluppo economico prova a stimolare l’attività di ricerca e sviluppo delle imprese italiane. Un’iniziativa lanciata mercoledì scorso tramite la pubblicazione online della circolare dell’Agenzia delle Entrate che fornisce le istruzioni e le linee guida per beneficiare del credito d’imposta per gli investimenti in questo comparto alla luce delle novità introdotte dalla legge di Stabilità 2015. Occasione per le aziende isolane che in termini di R&S sono parecchio indietro rispetto alla media nazionale.
“Il credito d’imposta può essere fruito in modo semplice e rapido: non è riconosciuto a seguito della presentazione di un’apposita istanza per via telematica, ma è concesso in maniera automatica a seguito della effettuazione delle spese agevolate”. In questo modo il Mise introduce il capitolo relativo alle agevolazioni fiscali per le imprese che decidono di investire in attività di ricerca e sviluppo. Non ci sono limiti di fatturato, obbligo di specifiche forme giuridiche, settore economico in cui operano e regime contabile. Possono usufruirne tutte le imprese che effettuano investimenti in attività di R&S “in misura pari al 25 per cento delle spese incrementali sostenute rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei tre periodi di imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015”.
La misura del credito cresce al 50 per cento per le “spese relative al personale altamente qualificato e per quelle relative a contratti di ricerca c.d. ‘extramuros’ (costituita da tutte le attività commissionate a soggetti esterni all’impresa, pubblici o privati, ndr)”. Risultano agevolabili anche i costi sostenuti per il personale non “altamente qualificato” impiegato nelle attività di ricerca eleggibili.
Tutte le informazioni in dettaglio sono offerte nella versione integrale della circolare n.5/E dell’Agenzia delle Entrate. Tra le altre novità “spazio alla cumulabilità del credito d’imposta con altri bonus – leggiamo nel comunicato dell’Agenzia –, tra cui quello relativo agli investimenti in beni strumentali nuovi, previsto dall’articolo 18 del dl 91/2014. Oltre alla cumulabilità ad ampio raggio, piena sinergia e complementarietà anche con il Patent box (tassazione agevolata sui redditi derivanti dalle opere di ingegno, ndr)”.
La nuova versione del credito d’imposta non finisce qui, perché tra adesso esiste una più rapida possibilità di “fruizione da parte dei beneficiari e per una maggiore semplificazione delle procedure”. Il nuovo credito di imposta è concesso fino all’importo massimo di “5 milioni di euro a favore di ciascun beneficiario, a condizione che l’impresa effettui una spesa complessiva per attività di ricerca e sviluppo almeno pari a 30mila euro”. Tra i beneficiari spazio anche alle reti d’imprese e ai consorzi.
Nel dicembre scorso era stata l’Istat a dare il quadro della spesa complessiva in R&S: “oltre tre quarti della spesa complessiva è concentrata nelle regioni del Nord (soprattutto in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna) e nel Lazio”. Nella graduatoria relativa all’incidenza della spesa in rapporto al pil, la Sicilia si piazza al all’undicesimo posto nazionale, lontana dalle migliori Regioni.
Una spesa, del resto, che resta essenzialmente pubblica visto che nella fascia nord del paese continua a prevalere la componente di spesa privata, una situazione che si inverte al sud dove tocca punte minime.

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