Tassa veicoli storici, legge e inganno - QdS

Tassa veicoli storici, legge e inganno

Adriano Agatino Zuccaro

Tassa veicoli storici, legge e inganno

mercoledì 23 Marzo 2016

Pubblicato il testo sull’ultima Gurs, il bollo è stato regionalizzato: da 75 a 35 euro per auto e moto ultraventennali. Rivs: pasticcio sugli ultratrentennali, così saranno negati accesso automatico a registro e agevolazioni

PALERMO – “Con la pubblicazione in Gurs (il 18 marzo scorso) l’art. 50 dedicato alle auto e moto storiche fa un ulteriore passo in avanti. Adesso si attende il vaglio del governo nazionale ma si può legittimamente dire che il motorismo e l’automobilismo storico in Sicilia hanno avuto quel riconoscimento culturale e tecnico che meritavano. Ci mettiamo alla pari con le regioni più avanzate in questo campo”.
 
Con queste parole il deputato all’Ars Maria Cirone (Pd) commenta il risultato ottenuto, dopo diversi mesi d’impegno, che dovrebbe consentire ai collezionisti di auto e moto d’interesse storico in possesso di veicoli ultraventennali di pagare una tassa automobilistica ridotta.
 
Pende sul provvedimento il rischio d’impugnativa da parte del governo nazionale che, lo ricordiamo, con la Legge di Stabilità 2015 ha abolito i benefici sul pagamento della tassa di circolazione ai veicoli ultraventennali lasciando fuori solo gli ultratrentennali. La Regione siciliana ha, dunque, in prima istanza regionalizzato la tassa automobilistica e con la recentissima finanziaria ha fissato i termini della riduzione che investe gli autoveicoli e motoveicoli ultraventennali di particolare interesse storico e collezionistico: si dovrebbe pagare una tassa di circolazione forfettaria annua di 75 euro per gli autoveicoli e di 35 per i motoveicoli. Per i veicoli ultratrentennali il pagamento è di 25,82 euro, per i motoveicoli 10,33 euro. Si attendono i moduli e le procedure che dovrebbero consentire ai collezionisti di rivolgersi agli uffici del dipartimento regionale delle finanze e del credito che, secondo l’art. 50, “rilasciano, a richiesta, sulla base della attestazione ai registri di cui ai commi 1 e 2, le relative autorizzazioni”.
Tutto è bene quel che finisce bene, potremmo dire. Purtroppo non è così perché sulla norma, oltre al vaglio del governo nazionale, pende una nota del Registro italiano veicoli storici (Rivs): “La Regione, nell’intento di salvaguardare gli interessi dei collezionisti, rischia invece di danneggiare il patrimonio motoristico ultratrentennale, a causa di un cavillo legale”. “In prima istanza – scrive il Rivs – non si può non notare come la nuova Legge regionale richieda esplicitamente, anche per i veicoli con più di trent’anni, il criterio dell’iscrizione ai registri indicati dall’articolo 60 del Codice della Strada. Una richiesta che, se applicata, andrebbe a eliminare l’accesso automatico alle agevolazioni che la legge statale assegna a questi veicoli, con grave danno per tutti coloro che non hanno iscritto i propri veicoli a uno di questi registri”.
Questo stesso problema “potrebbe ritorcersi contro la Regione siciliana” conclude la nota che spiega: “Se infatti la possibilità di intervento delle Regioni in materia di tassa automobilistica è ancora incerta – come sottolinea lo stesso Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale – almeno una certezza c’è: la Corte Costituzionale, con sentenza n.288 del 2012, ha chiaramente stabilito il principio secondo cui una Regione, in materia di tassa automobilistica ‘può disporre esenzioni, detrazioni e deduzioni nei limiti di legge e, quindi, non può escludere esenzioni, detrazioni e deduzioni già previste dalla legge statale’. La Regione può quindi ammettere nuove esenzioni, ma non escludere esenzioni preesistenti”.
La legge siciliana contravviene proprio questo principio, un errore che, secondo il Rivs, espone da un lato la legge al vaglio di costituzionalità e dall’altro la Regione ai possibili ricorsi di migliaia di appassionati che vorranno far valere i proprio diritti.

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